ANCONA - Sette mesi di Coronavirus nelle Marche hanno inciso sensibilmente nella nuova classificazione di infortuni in ambito lavorativo. Anche il Covid infatti rientra fra quei...
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Un numero che rappresenta il 2,8% del totale in Italia, che ha superato il 52.200 casi. E questa percentuale colloca le Marche all’ottavo posto fra le regioni che hanno pagato lo scotto maggiore, dopo Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Liguria e Lazio.
I morti per Covid nelle Marche, sempre nello stesso periodo, legati all’attività professionale sono 11. Rappresentano il 3,6% del totale nazionale che è pari a 303. Sono questi i dati dell’Inail elaborati dalla Fp Cgil Marche che ha analizzato la situazione regionale dopo la fine del lockdown e con la chiusura della stagione estiva. Tra i contagi registrati, il 70% ha colpito le donne mentre la fascia di età dove si sono contati più positivi è quella tra i 50 e i 64 anni (44,4%).
A livello territoriale le situazioni più allarmanti si sono registrate nelle province di Pesaro-Urbino (ex zona rossa nelle Marche) dove si segnala il 39,7% dei contagi e quella di Ancona con il 30,2%. E tra le professioni dove si contano più casi positivi ci sono quelle che rientrano nell’ area socio-sanitaria con l’80% dei casi registrati. «In particolare - spiega Matteo Pintucci, segretario generale Fp Cgil Marche - il 42,3% i contagi sono tra i tecnici della salute e gli infermieri, il 26,7% operatori ed educatori sanitari e l’11,4% i medici».
Il quadro che emerge, secondo il segretario regionale Funzione pubblica Cgil Marche, «mette in evidenza che il settore più interessato ai contagi Covid resta ancora quello sanitario e per questo motivo occorre non abbassare la guardia considerando del complessivo aumento dei contagi previsto per l’autunno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico