Frode sanitaria sulle protesi cardiache: arresti per corruzione anche nelle Marche. Morto un paziente, medici sospesi

Frode sanitaria sulle protesi cardiache senza appalti: arresti per corruzione anche nelle Marche. Morto un paziente, medici sospesi
CHIETI - Inchiesta sulla corruzione travolge la sanità abruzzese, ma con peanti strascichi anche sulle Marche. Un'inchiesta sulla fornitura di protesi che ha coinvolto...

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CHIETI - Inchiesta sulla corruzione travolge la sanità abruzzese, ma con peanti strascichi anche sulle Marche. Un'inchiesta sulla fornitura di protesi che ha coinvolto medici e imprenditori del settore sanitario con le ccuse di corruzione, falso, turbativa d'asta e omicidio colposo per una maxi frode sulla spesa sanitaria.

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Per queste accuse i militari del Comando Provinciale di Chieti insieme ai colleghi delle province di Pescara, Teramo, Macerata, Ascoli e Padova hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Chieti su richiesta della Procura della Repubblica di Chieti nei  confronti di 4 soggetti residenti in Abruzzo e nelle Marche, indagati a vario titolo. Ad ulteriori 2 medici è stata notificata la misura interdittiva della sospensione temporanea per 12 mesi dalla professione sanitaria.

 

Contestualmente alle misure cautelari si è proceduto anche alle perquisizioni domiciliari e personali nei confronti di tutti i soggetti indagati. Le attività investigative, durate circa un anno, riguardano condotte illecite nelle procedure di approvvigionamento di materiali e dispositivi medici utilizzati all'interno dell'Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell'Ospedale SS. Annunziata di Chieti. È stato accertato il consumo anomalo e spropositato di protesi cardiache e di altri dispositivi medici che venivano approvvigionati dall'Asl 2 Chieti al di fuori di qualsiasi procedura di evidenza pubblica, a prezzi più elevati rispetto ad altre aziende sanitarie e che venivano lasciati inutilizzati, lasciati scadere o sperperati di proposito, per fare lievitare il volume degli acquisti dell'Asl e dunque i guadagni delle imprese fornitrici.

Le successive indagini, condotte anche attraverso l'utilizzo di intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese video, consentivano di documentare l'esistenza di un articolato fenomeno di corruzione sistemica che era stato posto in essere dal primario di quel reparto sin dal 2011, attraverso la predisposizione di richieste di acquisto di protesi cardiache attestandone la necessità e l'urgenza mediante false dichiarazioni di infungibilità del  prodotto, così inducendo l'azienda sanitaria al loro costante approvvigionamento mediante procedura negoziata (fuori bando di gara) e in conto deposito nell'arco di diversi anni. Tale pratica è stata ulteriormente favorita dall'inerzia della governance dell'ASL 2 Chieti che, per circa 10 anni (dal 2009 al 2019), non ha mai espletato alcun bando di gara pubblica per l'acquisto di materiali e dispositivi medici.

IL PAZIENTE MORTO

Un ulteriore filone investigativo che vede coinvolto il primario del reparto di cardiochirurgia attiene all'acquisto, con procedura d'urgenza, per una spesa di circa 95.000 euro, di una nuova macchina per assistenza ventricolare denominata Heart Mate 3, sebbene il reparto disponesse di altre due apparati similari. L'acquisto di


tale «device» è stato giustificato dalla necessità ed urgenza di un intervento su un paziente il cui quadro clinico sarebbe stato talmente compromesso da non potersi prevedere altra soluzione terapeutica. Il paziente è poi deceduto alcuni giorni dopo l'intervento. In realtà, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini e sulla base anche di una consulenza tecnica disposta dalla Procura di Chieti, il paziente non solo non era in condizioni di gravità tali da dover essere sottoposto a simile intervento, ma risultava piuttosto candidabile ad una operazione di trapianto presso un centro specializzato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico