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ANCONA - Strutture sold out praticamente ovunque. Le poche camere rimaste ancora disponibili lungo la settimana di Ferragosto vengono messe in vendita a cifre da capogiro: fino a 800 euro a notte in alberghi a 3 stelle. «È il revenue management per hotel - spiega Alberto Tassi, presidente di Assohotel Marche e titolare dell’hotel Argentina a Senigallia -, una policy che io stesso applico in base al riempimento e alla richiesta».
L’andamento
Una stagione condizionata dal meteo avverso, partita malissimo con l’alluvione di maggio e proseguita poi a giugno con il maltempo che ha messo in ginocchio tutto il comparto della ricettività. A ciò va ad aggiungersi una minore capacità di spesa delle famiglie e la riapertura delle rotte internazionali post Covid. Una tempesta perfetta che ha portato ad un calo del turismo del 30% su tutta la regione rispetto al 2022. Adesso, però, si è entrati nelle due settimane clou. E sarebbe anche strano se non fossero state prese d’assalto.
L’occupazione
«Tutto pieno» conferma Luca Giustozzi, presidente di Federalberghi Marche e titolare di 3 strutture alberghiere: l’Hotel Cosmopolitan a Civitanova, Villa Giustozzi a Pollenza e l’Hotel Recina a Montecassiano. Il richiamo del mare non ha tenuto lontani i turisti dalla costa marchigiana «anche se le vacanze qui da noi sono lievitate del 10-15%» sottolinea Giustozzi.
I flussi
Prevalentemente si tratta di un turismo di prossimità: «Nord e centro Italia - afferma Marco Calvaresi, proprietario degli hotel Villa Corallo e Arlecchino di San Benedetto del Tronto -. Stranieri pochi, per lo più Olandesi». «Sono spariti i tedeschi» lamenta Giustozzi. «Pochi francesi, qualcosa dal Belgio. Inglesi non pervenuti» puntualizza Tassi. Secondo una prima stima da parte degli operatori, gli stranieri nelle Marche sono in calo rispetto all’estate scorsa. «Si sono appena affacciati - incalza Gatti - non c’è dubbio che lungo questa stagione hanno segnato numeri meno importanti rispetto ad altri anni. Il core business nelle Marche è ancora Italia su Italia». Ma sul fronte del turismo estero nulla è perduto. C’è il mese di settembre, dove storicamente si vedono gli arrivi dal nord Europa. Però, se questi sono i presupposti, gli operatori sembrano piuttosto scettici.
La grande incertezza
Fatto chiaro che sarebbe stato impossibile mancare il bersaglio nelle due settimane di punta di agosto, rimane però l’incertezza sulla coda dell’estate. «Il dopo Ferragosto è veramente un’incognita - ribadisce Giustozzi - arrivano le prime richieste, ma prenotazioni poche». «Manca un grande evento di fine stagione che aiuti a movimentare le presenze - sottolinea Calvaresi -. Prima, quando dalle nostre parti avevamo Miss Italia, era tutta un’altra storia». La destagionalizzazione resta il grosso problema della regione. «Perché non abbiamo per nulla intercettato a dovere i mercati esteri - bacchetta Tassi -. I nuovi voli dal Sanzio? Finalmente, ma dobbiamo riempirli di turisti. Purtroppo all’estero non siamo visibili. Da parte nostra c’è un allarme molto forte. Qui c’è il rischio che agosto diventi come luglio». «C’è da investire seriamente sulla destagionalizzazione - riprende Gatti - creando attrattori locali e puntando sui vettori dall’aeroporto».
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Corriere Adriatico