Le scarpe marchigiane riconquistano la Russia, dove l'export sale del 48%

Le scarpe marchigiane riconquistano la Russia, dove l'export sale del 48%
ANCONA L’export cresce perfino in Russia (+48% nel primo semestre rispetto l’analogo periodo del 2022, segnato dall’avvio della guerra in Ucraina) ma il numero...

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ANCONA L’export cresce perfino in Russia (+48% nel primo semestre rispetto l’analogo periodo del 2022, segnato dall’avvio della guerra in Ucraina) ma il numero delle aziende e degli addetti è in calo; -41 imprese e -218 occupati a giugno 2023 rispetto a dicembre 2022. Da un lato c’è un settore che cresce, quello che destina la produzione alle grandi griffe del lusso.

 

Dall’altro lato ci sono le imprese con il proprio marchio che fanno fatica a competere in un ambiente con molti venti contrari. Il Micam Milano, in corso fino a domani, è un’occasione per mettere in mostra le proprie collezioni, destinate alla prossima estate. Un centinaio le imprese marchigiane presenti. Oltre queste, sono a Milano una decina del Mipel, il salone della pelletteria e altre cento presenti a Lineapelle (da oggi a giovedì), per chi fornisce i materiali al settore moda.
«Abbiamo già chiuso le vendite per le calzature estive, per cui il Micam rappresenta un test col mercato, che nelle prime due giornate è stato superato brillantemente», commenta Maurizio Croceri, Ceo di Eli, l’azienda civitanovese che produce e distribuisce calzature per il marchio Liu Jo. Per Fabrizio Grassi, Ceo Fastema (marchio Aldo Bruè) di Monte San Pietrangeli. «il problema principale è che ci sono tutti mercati deboli per cui i buyer non azzardano a inserire nuovi marchi e prodotti».

La frenata

Dopo un primo trimestre chiuso con un +20,3% su gennaio-marzo 2022, le esportazioni di calzature delle Marche hanno bruscamente rallentato, registrato un +5,2% tendenziale. Secondo i dati forniti da Assocalzaturifici, il semestre si chiude con un +13,2% in valore tra calzature e componentistica a 711,3 milioni di fatturato. Ciò equivale ad un aumento del 9,6% sul primo semestre 2019. Tra i mercati top five, si nota la difficoltà della Germania (solo +1%), la Francia cresce del 22,4% (ma è il flusso verso le griffe), il calo di USA (-8,6%) e Cina (-6,2%). Ma soprattutto il rimbalzo della Russia (+47,8%).

Quarti in Italia

Le Marche sono la quarta regione italiana per export calzaturiero, con il 10,6% sul totale Italia. A fronte di tale aumento, le imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) si sono ridotte di 41 unità con una diminuzione di 218 addetti. Ieri la Regione Marche ha confermato il suo sostegno al distretto calzaturiero nel corso dell’incontro sul digital fashion. Il presidente Francesco Acquaroli, in collegamento video, ha rimarcato «il grande sforzo che la Regione sta facendo per trasformare le Marche da regione in transizione a regione con nuovi ed efficaci modelli di sviluppo». L’assessore Antonini ha snocciolato i bandi a favore del settore: 28 milioni per l’innovazione; 45 per incentivare le reti di filiera, 10 per l’acquisto macchinari; 29 per l’internazionalizzazione e 1,6 per i voucher-fiere. «Arriveranno anche fondi per curare l’immagine delle aziende», ha assicurato Antonini. 

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Corriere Adriatico