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ANCONA Presto che sarà tardi. È l’appello dei gestori della risorsa acqua nelle Marche. In provincia di Macerata, il fiume Potenza è in sofferenza. Così come l’Aso, a cavallo tra il Fermano e l’Ascolano, praticamente in secca. Anomalia che non è più un’eccezione. Anche quando le precipitazioni ci sono, il problema resta perché non riusciamo ad immagazzinare adeguatamente l’acqua piovana. Secondo i dati del Servizio Agrometeo Regionale, infatti, quello del 2023 è stato il terzo mese di gennaio più piovoso per le Marche dal 1961 (preceduto dal mese di gennaio degli anni 1963 e 2017), con 137mm come totale medio regionale (+86mm rispetto alla media). E nonostante ciò, siamo ancora in affanno. Cercasi soluzioni e a lungo termine per soddisfare il fabbisogno di acqua idropotabile e per l’agricoltura.
La situazione
La situazione è grave, motivo per cui il Consorzio di bonifica ha offerto al gestore dell’acqua idropotabile di captare dalla diga di Gerosa 400 litri al secondo pari a 12 milioni di metri cubi all’anno e garantire acqua idropotabile alla cittadinanza e far fronte alla siccità.
Il monitoraggio
Per il monitoraggio, una convenzione con l’Università della Politecnica delle Marche per conoscere in anticipo la produttività delle sorgenti sulla base dell’andamento del clima e delle piogge; per il potenziamento: uno studio di fattibilità per un invaso di 2 milioni o di 650mila mc a Isola Fossara in Umbria o pozzi di profondità a Sassoferrato nell’alta valle del torrente Sentino. «In accordo con Ato2 e Viva Servizi - conclude - cerchiamo di garantire nei prossimi 20 anni i consumi di acqua potabile investendo 60 milioni di euro per modernizzare i 70 chilometri della condotta che alimenta i 45 serbatoi comunali e altri 60 milioni per le nuove fonti d’acqua».
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Corriere Adriatico