La spiaggia apre in anticipo, nelle Marche si parte il 1° maggio. Distanze tra gli ombrelloni, misure anti Covid: tutte le regole

La spiaggia apre in anticipo, nelle Marche si parte il 1° maggio. Distanze tra gli ombrelloni, misure anti Covid: tutte le regole
ANCONA - Nelle Marche, la stagione estiva potrà partire dal 1 maggio, in largo anticipo rispetto alla vicina Emilia Romagna, dove le strutture balneari dovrebbero riaprire...

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ANCONA - Nelle Marche, la stagione estiva potrà partire dal 1 maggio, in largo anticipo rispetto alla vicina Emilia Romagna, dove le strutture balneari dovrebbero riaprire i battenti solo dal 29. Un’accelerazione su cui sta lavorando Palazzo Raffaello per dare ossigeno al settore del turismo, fortemente colpito dalla pandemia e dall’incertezza negli spostamenti che ne consegue.

 

 

Per tastare il polso degli operatori, ieri il governatore Francesco Acquaroli – che ha tenuto per sé la delega al Turismo – ha convocato un primo incontro interlocutorio in videoconferenza al quale hanno preso parte 54 rappresentanti della categoria.


Il summit
Un confronto durante il quale la Regione ha preso appunti, raccogliendo le istanze di chi il settore lo vive in prima persona. Nel 2020, le spiagge tornarono a ripopolarsi dal 29 maggio, quando l’allora giunta Ceriscioli diede avvio alla stagione estiva dopo la pubblicazione dei protocolli di sicurezza per garantire un’estate a prova di Covid lungo i lidi marchigiani. Quest’anno, si parte avvantaggiati dal momento che le linee guida su cui poggiare l’impalcatura resteranno le stesse: sanificazioni delle attrezzature dopo ogni cliente, distanziamento tra lettini ed ombrelloni, screening del personale, segnaletica con le informative ed accesso regolamentato agli stabilimenti.


La regole in vigore
Durante l’appuntamento di ieri, al quale ha preso parte anche il Servizio Turismo della Regione guidato da Raimondo Orsetti, i rappresentanti della categoria – Confcommercio in testa – hanno però chiesto qualche piccolo ritocco, in modo tale da aggiustare i dettagli che nel 2020 non hanno del tutto funzionato. Dovrebbe essere mantenuta la misura della distanza tra ombrelloni, che deve in ogni caso garantire una superficie minima ad ombrellone di 10,5 metri quadri a paletto. È consentita la possibilità di posizionare gli ombrelloni con distanza minima di 4,60 metri nella stessa fila e 3 metri tra le file per consentire, in caso di superamento delle condizioni critiche, l’inserimento di ulteriori ombrelloni a distanza minima di 2,30 metri nella stessa fila. 


Le richieste
Per quanto riguarda sdraio e lettini, una delle richieste avanzate alla Regione concerne la riduzione del distanziamento tra i lettini e l’ombrellone contiguo dagli 1,5 metri previsti nei protocolli, ad un metro. Cosa che poi, nella pratica, si è comunque verificata in molti stabilimenti nel 2020. Sotto gli ombrelloni andrà comunque mantenuta la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, obbligo derogato per i soli membri dello stesso nucleo familiare o conviventi. Per i singoli lettini, invece, fermo restando il rispetto della fascia di 5 metri dal bagnasciuga, le categorie chiedono che possano essere collocati a distanza di un metro e non di due, garantendo comunque che sia individuato un passaggio di almeno 2 metri per la fruizione della battigia. 


Il piano


Quanto ai servizi di bar e di ristorazione forniti nello stabilimento balneare, al fine di mantenere il più possibile le distanze interpersonali nei luoghi comuni, Confcommercio chiede di concedere di ombreggiare con attrezzature leggere gli eventuali solarium, in deroga ai piani arenili comunali. Per le spiagge libere, Comuni ed autorità competenti anche quest’anno possono valutare di assegnare in concessione temporanea fasce di lunghezza massima pari a 25 metri contenute tra due spiagge, oppure confinanti con una singola concessione balneare: in questo caso, la richiesta è che si porti la lunghezza dai 12 ai 25metri e, per fare ciò, vanno derogate le percentuali di occupazione degli arenili espresse nel Piano di Gestione Integrata delle Zone Costiere. Ultimo ma non ultimo, il settore chiede che i Comuni possano emettere ordinanze di divieto di accesso alle spiagge da mezzanotte alle 6, limitatamente alle aree in concessione demaniale, al fine di non vanificare le attività di sanificazione.

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Corriere Adriatico