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Ancora non era stata fissata la data delle Regionali, anche se circolavano come possibili election day il 24 e 31 maggio. Nelle Marche la legge elettorale prevede che il decreto di indizione delle elezioni venga pubblicato almeno 55 giorni prima del giorno delle elezioni. Quindi, anche nell’ipotesi di un voto fissato per domenica 31 maggio, già fra tre settimane dovrebbe partire la raccolta delle firme e un mese dopo, l’1-2 maggio, dovrebbe partire ufficialmente la campagna elettorale con comizi e iniziative pubbliche.
Che ne sarà, all’inizio di maggio, dell’emergenza di Coronavirus? Per ora si possono solo fare solo previsioni (e scongiuri) ma al Viminale, dove tutti sono presi dalla gestione dell’emergenza da Covid-19, si sta ragionando anche di un possibile slittamento a ottobre delle Regionali, dopo aver già deciso di rinviare a data da definite il referendum sul taglio del numero dei parlamentari in calendario domenica 29 marzo. E che il Governo pensi a una nottata ancora lunga da passare lo dimostrano sia la decisione di rinviare i processi penali non urgenti fino al 31 maggio e le voci sempre più insistenti che danno per probabile una proroga della chiusura delle scuole, non più soltanto fino al 15 marzo ma ancora oltre, fino al 3 aprile.
Se l’emergenza sanitaria a maggio non fosse ancora del tutto cessata, come sarebbe possibile conciliare una campagna elettorale con le misure di contenimento che vietano assembramenti pubblici? Per non parlare di governatori e sindaci ora impegnati a gestire l’emergenza e coinvolti in certe regioni (anche se non sarebbe il caso di Ceriscioli) impegnati anche nella campagna elettorale. Per non parlare poi delle elezioni vere e proprie, con i seggi nelle scuole, le code per votare e tante persone radunate in spazi ristretti. Scenari che oggi sembrano altamente sconsigliati, ai tempi del Coronavirus, nel pieno di un’emergenza sanitaria che almeno in queste ore non accenna ad allentarsi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico