Marche, sei decessi e contagi a quota 200: in bilico anche le elezioni regionali

Marche, contagi a quota 200: in bilico anche le elezioni regionali
Marche, contagi a quota 200: in bilico anche le elezioni regionali
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 8 Marzo 2020, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 11:20

ANCONA  - Raddoppiano in tre giorni i casi di pazienti contagiati nelle Marche, passando dai 97 di mercoledì ai 200 tondi di ieri (più 41 tamponi positivi in 24 ore) in una giornata che fa registrare anche i primi due casi di infettati da Coronavirus dimessi perché guariti e purtroppo porta a sei la conta delle vittime. Il bollettino in chiaroscuro del Gores, stilato alle 13 di ieri con la notizia di altri due morti - per un totale aggiornato a 6 - e completato nel pomeriggio dalla lieta novella delle due dimissioni dall’ospedale regionale di Torrette, mantiene le Marche al quarto posto in Italia per numero di contagi. E si combina con l’annuncio sull’inserimento della provincia di Pesaro Urbino in zona rossa, quella da quasi-coprifuoco, alimentando anche le indiscrezioni in arrivo da Roma su un sempre più probabile rinvio delle elezioni regionali. Con l’epidemia che si diffonde in progressione - nonostante le scuole chiuse, gli eventi annullati e il metro di distanza imposto per decreto legge ai rapporti umani di ogni genere - le previsioni sulla durata dell’emergenza da Coronavirus inducono a prendere in considerazione un piano B per gli appuntamenti elettorali di primavera, previsti in sette regioni italiane e in circa mille comuni italiani, 17 dei quali nelle Marche, tra cui Macerata, Fermo e Senigallia. 

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Ancora non era stata fissata la data delle Regionali, anche se circolavano come possibili election day il 24 e 31 maggio. Nelle Marche la legge elettorale prevede che il decreto di indizione delle elezioni venga pubblicato almeno 55 giorni prima del giorno delle elezioni. Quindi, anche nell’ipotesi di un voto fissato per domenica 31 maggio, già fra tre settimane dovrebbe partire la raccolta delle firme e un mese dopo, l’1-2 maggio, dovrebbe partire ufficialmente la campagna elettorale con comizi e iniziative pubbliche. 

Che ne sarà, all’inizio di maggio, dell’emergenza di Coronavirus? Per ora si possono solo fare solo previsioni (e scongiuri) ma al Viminale, dove tutti sono presi dalla gestione dell’emergenza da Covid-19, si sta ragionando anche di un possibile slittamento a ottobre delle Regionali, dopo aver già deciso di rinviare a data da definite il referendum sul taglio del numero dei parlamentari in calendario domenica 29 marzo. E che il Governo pensi a una nottata ancora lunga da passare lo dimostrano sia la decisione di rinviare i processi penali non urgenti fino al 31 maggio e le voci sempre più insistenti che danno per probabile una proroga della chiusura delle scuole, non più soltanto fino al 15 marzo ma ancora oltre, fino al 3 aprile.

Se l’emergenza sanitaria a maggio non fosse ancora del tutto cessata, come sarebbe possibile conciliare una campagna elettorale con le misure di contenimento che vietano assembramenti pubblici? Per non parlare di governatori e sindaci ora impegnati a gestire l’emergenza e coinvolti in certe regioni (anche se non sarebbe il caso di Ceriscioli) impegnati anche nella campagna elettorale.

Per non parlare poi delle elezioni vere e proprie, con i seggi nelle scuole, le code per votare e tante persone radunate in spazi ristretti. Scenari che oggi sembrano altamente sconsigliati, ai tempi del Coronavirus, nel pieno di un’emergenza sanitaria che almeno in queste ore non accenna ad allentarsi.

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