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ANCONA- Si ripassa dal via, dalla territoriale di Fermo. Roberto Cardinali mette fine allo stallo per l’elezione del nuovo presidente di Confindustria Marche: sarà lui a sostituire il dorico Claudio Schiavoni, in scadenza dallo scorso 12 giugno. Il nome che, dopo quattro mesi di ritardo, di scatti in avanti, frenate e indiscrezioni, garantisce la sintesi è quello del consigliere delegato della Tecnofilm, l’azienda con sede a Casette d’Ete, tra i primi produttori europei di poliolefine, polimeri usati per prodotti in gomma, e composti termoplastici. Dopo l’ultimo confronto, avvenuto ieri tra i saggi dell’associazione degli industriali, la commissione di designazione, entro la fine del mese, lo voterà.
La modifica
Si dovrebbe esprimere all’unanimità il “gruppo dei nove”, che mette insieme l’uscente Schiavoni, i vertici delle territoriali - Pierlugi Bocchini per Ancona, Alessandra Baronciani per Pesaro, Simone Ferraioli (Ascoli), Fabrizio Luciani (Fermo) e Sauro Grimaldi (Macerata) - quelli della Piccola Industria, Gianni Tardini, dei Giovani, Massimiliano Bachetti, e degli Edili, Stefano Violoni. Un particolare blinderebbe (ammesso che ce ne sia la necessità) la posizione di Cardinali: con una lieve modifica allo Statuto, la percentuale che definisce la quota di maggioranza è scesa dal 75 al 65%.
I precedenti
Il percorso a ostacoli, inframezzato da veti e bizantinismi, è a un soffio dal sospirato traguardo.
Il principio
Altro giro, altra donna: Alessandra Baronciani, presidente di Confindustria Pesaro-Urbino, è la seconda imprenditrice sulla quale s’è scommesso. Una mossa che s’è conclusa in un nulla di fatto. Questa volta a condizionare la scelta, fino ad annullarla, è stato il principio, che si è tentato di negare, dell’alternanza. Ovvero: Pesaro con quella nomina, avrebbe perso il turno successivo che le spetterebbe di diritto. Morale: avrebbe dovuto attendere quattro giri di campo per piazzare al vertice regionale il super-gettonato Mauro Papalini che, dalle lavanderie industriali ai ristoranti fino alle corsie degli ospedali e agli hotel di lusso, offre servizi di pulizia su misura. Una prospettiva che nessuno ha voluto prendere in considerazione. Così si ripassa dal via, dalla territoriale di Fermo. Con Roberto Cardinali si rispetta la volontà di determinare un passaggio preordinato. Da Statuto. L’atto giuridico-politico che esprime i principi dell’organizzazione dell’associazione, che con la rivisitazione del 2018 innalza da tre a quattro gli anni del mandato del presidente, ribadisce la regola della rotazione. Dopo Ancona, con Claudio Schiavoni, progettazione e produzione di quadri elettrici, toccherà a Fermo. Non si sfugge. Guai a intaccare le coordinate, pena lo sconquasso degli equilibri interni.
La storia
Sedici presidenti in tutto, finora, per una delle prime costole regionali di viale dell’Astronomia. L’esordio alla guida dei capitani d’industria delle Marche fu, nel 1973, garantito dal dorico Roberto Bianchi, l’ingegnere a cui la Confindustria territoriale ha intitolato la via dell’attuale sede. Tra i pezzi da novanta, fece parte del gruppo Vittorio Merloni, della dinastia del bianco fabrianese, che dal 1980 al 1984 passò alla presidenza nazionale. Adolfo Guzzini, leader dell’illuminazione, e Gennaro Pieralisi, il cui cognome è inciso sulla maggior parte delle macchine olearie a livello globale, furono elementi integranti di quella squadra, tutta talenti e innovazione. Un team che con Cardinali, concentrato sullo sviluppo di materiali a elevata compatibilità ambientale, non uscirebbe dal solco dell’eccellenza. I tempi della liturgia sono tracciati.
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