Agroalimentare, l'export marchigiano supera quota 406 milioni: Ancona top tra le province

Agroalimentare, l'export marchigiano supera quota 406 milioni: Ancona top tra le province
ANCONA - L'export agroalimentare marchigiano stabile al terzo trimestre 2023 con gli scambi con l’estero che superano quota 406 milioni di euro. Quasi il 42%, secondo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - L'export agroalimentare marchigiano stabile al terzo trimestre 2023 con gli scambi con l’estero che superano quota 406 milioni di euro. Quasi il 42%, secondo uno studio di Coldiretti Marche su dati Istat, riguarda i paesi dell’Unione Europea con Germania (58 milioni, +13,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e Francia (34 milioni, +10%) in testa.

Export agroalimentare, la classifica delle province più virtuose

Tra le province marchigiane Ancona è quella che ha la maggior quota di commercio con l’estero con 134,7 milioni di euro, seguita da Macerata (circa 89,7 milioni), Pesaro (81,3 milioni), Ascoli (80,8 milioni) e Fermo (19,4). Tra i partner internazionali che preferiscono le imprese dell’agroalimentare regionale troviamo anche Stati Uniti (27 milioni, sebbene si registri una contrazione delle spedizioni nel 2023 generalizzata a livello nazionale) e Regno Unito che supera i 17 milioni e si classifica tra le nazioni più attratte dalla tavola Made in Marche. Risultati frutto anche della reputazione che la nostra regione, insieme a tutto il Paese, si sta facendo nel segno dell’agricoltura più green d’Europa e che, proprio nelle Marche, si concretizza con il 26,6% di biologico rispetto alla superficie agricola, di gran lunga superiore alla media italiana (18,7%) ed europea (9,6%) e in largo anticipo rispetto all’obiettivo del 25% chiesto dall'Ue entro il 2030.

Al lavoro ci sono più di 4200 operatori impegnati in vari settori produttivi: dai cereali (22mila ettari) al vino (6800 ettari), dall’ortofrutta (oltre 5mila ettari) all’olio (più di 3mila ettari). Una certificazione molto ricercata all’estero da consumatori sempre più attenti a cosa finisce dallo scaffale al carrello e da lì alla tavola. «I cibi e le bevande stranieri – spiegano da Coldiretti - sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi».

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico