La Moderna riprende a lavorare, obiettivo: salvare la vendemmia

Il presidente Landi: «Si riparte con un dipendente su tre, tanti non tornano per gli stipendi arretrati» Sul tavolo resta la diffida da 300mila euro alla Moncaro per i crediti vantati nei confronti della coop

La Moderna riprende a lavorare, obiettivo: salvare la vendemmia
MONTECAROTTO Accetta la sfida la Moderna e scende in vigna. Nonostante le difficoltà finanziarie, forte di una quindicina di uomini, Rossano Landi, l’amministratore...

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MONTECAROTTO Accetta la sfida la Moderna e scende in vigna. Nonostante le difficoltà finanziarie, forte di una quindicina di uomini, Rossano Landi, l’amministratore della Cooperativa Agricola di Castelplanio ha riprogrammato i lavori sui filari. Il suo obiettivo: non compromettere la vendemmia 2024 di Terre Cortesi Moncaro indipendentemente dalle tensioni con il nuovo cda guidato da Donatella Manetti. Si lavora ma sul tavolo rimane la diffida di 300mila euro inviata da Landi e dal suo avvocato Alberto Bomprezzi l’8 marzo scorso. Una parte dei crediti vantati da Moderna nei confronti di Moncaro. A far scattare l’avvertimento, l’uscita di scena in un cda burrascoso dell’ex presidente Doriano Marchetti che aveva mediato un piano di rientro a gennaio con i dipendenti della Moderna e il blocco da parte dei nuovi vertici degli anticipi di fattura che, da sempre, regolava il rapporto “fraterno” tra la prima cooperativa vitivinicola delle Marche e il suo braccio operativo Moderna.

 

 

Passato, presente, futuro

Seppur Lorenzo Gobbi, neo vice presidente di Moncaro, conoscesse bene la meccanica del rapporto. È stato prima direttore della Moderna, poi si è dimesso da consigliere pochi giorni prima della sfiducia di Marchetti. Ennesimo colpo di scena ma questa volta con Landi che ricomincia con un dipendente su tre. A frenare il ritorno di tanti, il problema degli stipendi arretrati. «Paghiamo lo scotto – spiega Landi - di avere da sempre lavorato con un unico cliente, Terre Cortesi Moncaro che, quando ha deciso di non pagare quello che ci doveva, ci ha messo in crisi. Ma le tensioni - incalza - non devono creare problemi ai soci e alla futura vendemmia della cooperativa Moncaro, patrimonio enoico di tutti. Purtroppo siamo in primavera e la vigna non aspetta». Moderna sommando i terreni di proprietà (35 ettari), quelli dati in gestione da Moncaro (120), e i poderi in affitto (150) gestisce oltre 300 ettari. Tolto il reticolo delle strade rappresenta 270 ettari di filari che fa di Moderna il primo conferitore d’uva alla Moncaro. L’anno scorso, ad esempio, nonostante l’andamento climatico avverso e i gravi danni da muffe e grandine, la Moderna ha consegnato 14mila quintali d’uve. Insomma, Landi mette i disguidi in tasca e lascia parlare le lettere bollate. Ma ritornare ad un clima più sereno è la parola d’ordine. Una tregua necessaria alla vigilia del Vinitaly.

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Corriere Adriatico