Sette ore di inferno in A14, nel solito maledetto tratto di autostrada che solo l’idea di percorrerlo fa venire i brividi. Ma stavolta la coda si è allungata quasi...
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La paralisi pochi minuti dopo l’incidente. Incolonnamenti e code di 5 chilometri, poi di 7, sotto il sole a picco e un caldo torrido che ha raggiunto anche i quaranta gradi. Sono stati registrati stati malori in A14 e sulla Statale 16, con le ambulanze in circolo a sirene spiegate. I caselli tra Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio sono stati subito chiusi, come il cavalcavia. La principale arteria ad alta percorrenza della Regione è diventata un pericoloso collo di bottiglia evidenziando tutta la fragilità infrastrutturale di un territorio laborioso e turistico. Con le pattuglie della Polizia Stradale sono arrivati i soccorsi sanitari e meccanici e il personale della Direzione 7° Tronco di Pescara di Autostrade per l’Italia. Il traffico è rimasto interdetto per le verifiche di sicurezza da parte di società esterne specializzate e fino alle 17 i disagi si sono moltiplicati alla velocità della luce. Inevitabile. Gli aggiornamenti sui percorsi alternativi sono serviti a poco, finché i caselli sono stati riaperti.
Le verifiche sul ponte vanno avanti e intanto sono stati posizionati blocchi in calcestruzzo al cavalcavia che resterà chiuso in entrambi i sensi di marcia fino a quando non verrà messo in sicurezza. Nel pomeriggio c’è stato il vertice tra Prefettura e Stradale e la società Autostrade ha effettuato una serie di sopralluoghi per controllare la staticità dell’infrastruttura. Problemi ci sono stati anche tra Loreto e Civitanova Marche (dove è stato chiuso il casello) con code di 5 chilometri al km 25 direzione Taranto, si consigliava l’entrata in autostrada a Porto San Giorgio per chi era diretto a sud: gli automobilisti sono stati dirottati tutti sulla Statale tra file e i rallentamenti si sono protratti fino a sera. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico