Nelle Marche la benzina meno cara: «Ma con la crisi di Suez aumenterà»

Allarme delle categorie: «Rischia di destabilizzare tutti i settori dell’economia» Le associazioni di consumatori: «I carburanti costeranno circa 160 euro in più»

Nelle Marche la benzina meno cara: «Ma con la crisi di Suez aumenterà»
ANCONA - Seppur la fattura energetica sia diminuita del 42% rispetto al 2022, l’automobilista marchigiano fa il pieno con l’occhio ancorato alla pompa di benzina....

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ANCONA - Seppur la fattura energetica sia diminuita del 42% rispetto al 2022, l’automobilista marchigiano fa il pieno con l’occhio ancorato alla pompa di benzina. «Valuta dove fare rifornimento e ci segnala sempre dove è meno caro - commentano Davide e Michele Toccaceli della stazione Catria Oil di Fossombrone -. Perché non ci si dimentica dei recenti aumenti a raffica».

 

Spiegano che i carburanti finora hanno mantenuto un prezzo decente e lontano dalla fiammata del 14 marzo 2022, con la benzina schizzata a 2,184 €/l. e il Diesel a 2,154. Anzi, dalle ultime rilevazioni, è quasi conveniente fare il pieno nelle Marche e in Veneto. Regioni dove, a fronte di una media nazionale di 1,771 €, il prezzo medio di un litro di benzina self costa 1,755 € quindi, molto di meno del 1,805 della Basilicata e del 1,778 dell'Emilia-Romagna. Quanto ad un litro di gasolio (1,725 €/l.) è meno caro solo di 0,004 € rispetto alla media italiana. Comunque, i migliori prezzi le fanno sempre le pompe bianche, quelle no logo. Di fatto, il litro di benzina (1,678 €/l) più basso è all’Auchan di Ancona che vanta anche il miglior prezzo per il gasolio (1,648 €/l.), primato diviso con la Tamoil di Monteprandone. Per il Gpl, il risparmio è a San Benedetto del Tronto dove Vulcangas, a differenza delle altre province dove il minimo è 0,699, vende a 0,659 kg il litro.

La geografia

Per il metano, il prezzo più interessante (1,180 €/kg) lo fa il distributore della Conad di Monsampolo del Tronto. Prezzi più bassi che analisti attribuiscono alla presenza della raffineria di Falconara e ad un risparmio nel trasporto. Impianto che ha una capacità di lavorazione di quasi 4 milioni di tonnellate all’anno (85 mila barili al giorno) e una capacità di stoccaggio di 1,5 milioni di tonnellate e che - secondo fonti della raffineria - non ha, al momento, problemi di approvvigionamento. Anche perché, come sottolineato ad inizio anno dal presidente dell’associazione delle imprese del settore petrolifero, Gianni Murano, «l’offerta si è molto diversificata, l'Italia ha un sistema in grado di lavorare diversi tipi di greggio e nel canale di Suez passa solo il 19% del petrolio e l’8% del Gnl». Quindi, la scarsa presenza al largo delle coste marchigiane di petroliere, non è imputabile ai problemi sul Mar Rosso ma - sottolineano sempre fonti della raffineria marchigiana - «alla solita straordinaria manutenzione di gennaio che non ha conseguenza sul rifornimento poiché affrontiamo il periodo con i serbatoi pieni». Intanto, le associazioni di categoria sono preoccupate. Alessia Ciaffi, responsabile Adoc Marche ricorda che l'aumento dei prezzi, seppur rallentato, non si arresterà nel 2024 e per quel che riguarda la voce benzina e carburanti, stima circa 160 euro in più a famiglia rispetto al 2023.

Le prospettive

Prevede con la crisi del Canale di Suez un ingente aggravio di spese e rincari sul carburante che potrebbero incidere sia su tutti i prezzi dei beni e dei servizi, sia sul trasporto pubblico locale». Un effetto rimbalzo molto temuto dal Segretario di Confartigianato Marche, Gilberto Gasparoni. «Questo - osserva - potenzialmente destabilizzerà tutti i settori dell’economia. Dell'autotrasporto di merci, di persone, tutte le aziende che lavorano con i veicoli, dall’artigianato ai servizi, passando per il commercio ambulante. Speriamo che sia una fase breve ma in ogni caso dimostra quanto ci sia bisogno di trovare delle soluzioni, dall'autoproduzione, all’ammodernamento del parco veicoli che devono essere più green».

 

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Corriere Adriatico