Marche, l'associazione pensionati "La lungodegenza va salvaguardata"

Una corsia di ospedale
ANCONA - “La Regione Marche non sacrifichi la parte ospedaliera di lungo degenza prevista negli ospedali di comunità con altre  tipologie di ricoveri che dopo un...

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ANCONA - “La Regione Marche non sacrifichi la parte ospedaliera di lungo degenza prevista negli ospedali di comunità con altre  tipologie di ricoveri che dopo un certo periodo andrebbero a pesare sulle tasche dei pazienti  per la compartecipazione alle spese”.


Lo hanno chiesto in occasione di un incontro, che si è tenuto nei giorni scorsi, i rappresentanti del Cupla al presidente della Regione Luca Ceriscioli.  Lo ribadiscono oggi, dopo che l’approvazione della nuova  delibera  1.183 prevede “il passaggio graduale dai posti letto di lungodegenza e riabilitazione a quelli di cure intermedie entro il 31 dicembre 2016”.

Il Cupla,  l’organizzazione marchigiana dei pensionati autonomi,  ha oltre 140 mila  artigiani, agricoltori e commercianti pensionati associati, in rappresentanza di Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Cna, Confartigianato, Casa artigiani, Confcommercio e Confesercenti.

Il Cupla ricorda che le Marche hanno un tasso di assistenza domiciliare di poco superiore al 3 per cento della popolazione ultrasessantacinquenni, rispetto ad una media nazionale del 4,3 per cento. Pertanto per gli anziani e per i loro familiari è estremamente importante il buon  funzionamento degli ospedali di comunità e di tutte le strutture post acuzie residenziali e riabilitative rivolte alla cure intermedie e alla lungodegenza che hanno, come maggiori fruitori propri gli anziani, che manifestano inevitabilmente maggiore fragilità  e che hanno bisogno di continuità assistenziale integrata con i servizi sociali.

Attualmente i posti letto nelle strutture residenziali e semiresidenziali delle Marche sono 14.410 di cui 9 mila per gli anziani ma non sono distribuiti in modo omogeneo sul territorio regionale. Di questi posti letto, infatti, ben 5.183 sono concentrati nell’area vasta 2 (Ancona) mentre nell’area vasta 1 (Pesaro) sono 3.451 e nell’area vasta 3 (Macerata) sono 3.067. Infine 1.159 sono disponibili nell’area vasta 4 ( Fermo) e 1.550 nell’area vasta 5 (Ascoli).

“Purtroppo - riferisce una nota del Cupla - l’integrazione tra i servizi sociali e sanitari, lamenta ancora disfunzioni e criticità. In particolare il Cupla auspica che sul territorio regionale i Distretti sanitari e gli Ambiti  territoriali istituiscano le Unità operative Sociali e Sanitarie, previste dalla Regione ma ancora alla fase di avvio. Il percorso che parte dal Punto unico di accesso con presa in carico del paziente e si conclude con il Piano assistenziale integrato e individualizzato, può realizzarsi compiutamente solo con la piena collaborazione delle strutture territoriali della sanità con quelle sociali in capo ai Comuni” punti sui quali il presidente Ceriscioli, in occasione del costruttivo incontro con il Cupla, ha fornito ampie garanzie.


Infine il Cupla, chiede alla Regione di proseguire il confronto previsto dal Protocollo d’intesa sulle Politiche sociali e sanitarie sottoscritto da Regione e Cupla lo scorso anno, sugli interventi della programmazione sociale per il 2016, con particolare attenzione per il Fondo per le non autosufficienze, per i malati di Alzheimer e per la riduzione delle liste di attesa, su cui il presidente Ceriscioli ha promesso di investire parte dei 21 milioni di ulteriori stanziamenti ottenuti dal Fondo sanitario per le Marche. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico