Marche, l'Aned denuncia "Dializzati senza trasporto"

Un centro dialisi marchigiano
ANCONA - Niente più trasporto socio-sanitario nelle Marche per i pazienti che devono sottoporsi a dialisi. Lo denuncia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - Niente più trasporto socio-sanitario nelle Marche per i pazienti che devono sottoporsi a dialisi.






Lo denuncia l'Aned: l'Associazione nazionale emodializzati e trapiantati di rene.



"Dal primo gennaio 2015 - scrive Marianna Lolli, segretario Aned Marche - i dializzati marchigiani non avranno più il trasporto socio-sanitario per recarsi nei centri per sottoporsi alla terapia.



"In nome della spending review - aggiunge Lolli - si promulgano Delibere con tagli lineari e quando vengono applicate ci si accorge delle gravi conseguenze che causano".



"Abbiamo pazienti anziani - prosegue l'analisi dell'Aned Marche -, con patologie che li rendono non autosufficienti ma che ancora deambulano magari a fatica con l’ausilio di carrelli o stampelle ma non sono barellati, che sono soli o con parenti che potrebbero perdere il loro lavoro se dovessero accompagnarli a giorni alterni nei centri dialisi.



"Parliamo di dializzati che per tutta la vita dovranno andare in ospedale un giorno si e uno no per sottoporsi ad una terapia salvavita, non di pazienti che devono fare un esame o un ciclo di terapie".



L’Aned - è la conclusione - "è pronta a combattere con tutti i mezzi per non lasciare i dializzati abbandonati e soli con i loro problemi".

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico