Andreea, parla la mamma Georgeta: «Non posso più sperare, ora voglio solo giustizia: l'hanno uccisa»

Andreea, parla la mamma Georgeta: «Non posso più sperare, ora voglio solo giustizia: l'hanno uccisa»
CASTELPLANIO «Ho pregato tanto che mia figlia mi mandasse un messaggio dicendo che era da qualche parte, che non poteva tornare da me, ma almeno così avrei saputo che...

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CASTELPLANIO «Ho pregato tanto che mia figlia mi mandasse un messaggio dicendo che era da qualche parte, che non poteva tornare da me, ma almeno così avrei saputo che era viva. Adesso non posso più nemmeno sperare». È rotta dal pianto la voce di Georgeta Cruceanu, la mamma di Andreea Rabciuc. Da quel 12 marzo 2022 quando di sua figlia, all’epoca 27enne, si erano perse le tracce, ha continuato a sentire nel suo cuore che prima o poi l’avrebbe riabbracciata. 

Il dolore

Anche quando arrivavano notizie, pesanti come macigni, di donne trovate morte, Georgeta sentiva che non era la sua creatura. Ora che sono stati rinvenuti resti ossei in un casolare a Castelplanio - a un chilometro dalla roulotte dell’ultima festa a cui Andreea ha partecipato insieme all’ex fidanzato Simone Gresti, e alla coppia di amici Francesco e Aurora - lei sa che le speranze si sono spente. Anche se quei poveri resti dovranno essere sottoposti ad esami del Dna, ad analisi antropologiche forensi per stabilire identità, epoca del decesso, cause e circostanze, mamma Georgeta sente che si tratta di sua figlia e che l’hanno uccisa.

Gli accertamenti

Oggi alle 15, all’Istituto di Medicina Legale di Ancona, il dottor Adriano Tagliabracci, incaricato dalla Procura, eseguirà gli esami sul Dna. «Hanno trovato degli abiti che erano i suoi - conferma tra le lacrime Georgeta - e un dente con un ponte. Lei lo aveva. Le analisi del Dna potranno solo dire quello che so, perché mai come adesso mi sono sentita vuota. Lo sento che la mia bambina è andata via». Georgeta è disperata, la cerca, le parla, la invoca. «Due mesi fa ho sognato mio padre, che è morto quando Andreea aveva solo 4 anni, ma a cui era legatissima - confida -. Ho sognato che la teneva per mano, erano vicino ad un grosso cancello. Io andavo verso di loro, ma come se stessi camminando su una lastra di ghiaccio, scivolavo e cadevo. Allora tendevo la mano verso Andreea e le dicevo “tanto non ti lascio, ora che ti ho ritrovata”. Ma mio padre mi diceva “no, non puoi tenerla con te, ora è qui con noi (c’era anche mia madre)”. Oggi so che mio padre voleva dirmi che Andry è al sicuro, lontana da quella gente orrenda che la circondava. Ma mi sento così sola senza di lei».

Il ricordo

Tratteggia con le parole rotte dal pianto il ricordo di sua figlia: «Era meravigliosa, prego sempre e so che Dio la perdonerà per i suoi errori, per essere finita nella droga, ma solo perché era fragile». Una madre che per 22 mesi ha camminato all’inferno, ma sempre col coraggio di andare avanti pur di ritrovare sua figlia. Oggi cerca nell’amore di Andreea un coraggio nuovo, per arrivare alla verità. «In tutto questo tempo ho avuto sempre il sostegno della procuratrice Bilotta, che non si è mai arresa e la ringrazio davvero tanto - continua - dei carabinieri che mi hanno sempre informata di tutto, piangendo con me, sperando con me. Ho seguito i vigili del fuoco nelle campagne, li ho visti farsi largo tra i rovi e venirne fuori insanguinati ma continuare senza sosta le ricerche. A chi dice che non sono stati capaci di trovare Andreea, rispondo che non è vero. Hanno fatto tanto e mi hanno dato la forza che non avevo. Ora voglio solo giustizia per la mia bambina, chi le ha fatto del male deve pagare. Sono sicura che c’entrano più persone e che l’hanno portata lì dopo».

 

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Corriere Adriatico