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ANCONA Farmacisti ospedalieri sul piede di guerra. Non solo devono fare i conti con la grave carenza di personale che sta diventando cronica - cosa che accomuna questo fondamentale settore della sanità a tanti altri reparti dei nosocomi marchigiani - ma ora si chiede loro anche di ricoprire un ruolo delicato per il quale non sono formati.
La batosta
Un ennesimo smacco che ha sollevato una mezza rivolta, guidata dal Sinafo (il sindacato nazionale farmacisti che lavorano all’interno del Sistema sanitario nazionale) che tira in ballo anche la Regione.
Le criticità
Comunicazione in cui si ricorda che il farmacista è una figura sanitaria senza competenze formative giuridiche e amministrative proprie della funzione del Rup. Senza un intervento tempestivo, secondo i direttori, il prosieguo di questa situazione rischia di mettere in pericolo il buon andamento degli atti per l’acquisizione dei farmaci e dei beni sanitari. Il 25 gennaio si è tentata la conciliazione a Palazzo Rossini in un incontro tra la segretaria del Sinafo Sara Chegai, Draisci e Carle con primo argomento sul tavolo: “Richiesta di un nuovo regolamento regionale per l’acquisto dei beni sanitari”. Il sindacato ha fatto notare come questa inappropriatezza nell’assegnazione dei ruoli potrebbe determinare anche un danno economico per le aziende e di conseguenza per la Regione.
Lo stallo
Se i rappresentanti della Regione Carle e Draisci hanno concordato nell’impostazione generale, hanno però risposto picche in merito alla necessità della stesura di un Regolamento regionale degli acquisti perché, secondo loro, dovrà essere adottato dai singoli Enti, che dopo la riforma sanitaria sono stati dotati di piena autonomia giuridica. Insomma, la situazione resta ancora in stallo e si apre un altro fronte in quel campo di battaglia chiamato sanità.
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Corriere Adriatico