Mascherine non a norma per oltre un miliardo di euro, sequestri anche nelle Marche

L'ex commissario straordinario Domenico Arcuri
ANCONA - Una notifica di sequestro di mascherine chirurgiche, ffp2 ed ffp3 non a norma, firmata dalla procura di Roma. Anche le Marche si sono viste recapitare il decreto legato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Una notifica di sequestro di mascherine chirurgiche, ffp2 ed ffp3 non a norma, firmata dalla procura di Roma. Anche le Marche si sono viste recapitare il decreto legato all’inchiesta che ha coinvolto l’ex commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri, iscritto nel registro degli indagati per peculato e abuso d’ufficio. 

 

 
Le verifiche
L’ipotesi della Procura capitolina è che abbia dirottato circa 1,25 miliardi euro per fronteggiare la pandemia verso l’acquisto di mascherine e dispositivi di protezione individuali ritenuti in parte «non a norma». Per questa ragione, il Centro Assistenziale di Pronto Intervento (Capi) regionale, con base ad Ancona, ha avviato la cernita delle mascherine all’interno del proprio magazzino per individuare quelle non in regola che, nei prossimi giorni, verranno sequestrate dalla Guardia di finanza. Un lavoro che stanno portando avanti tutti i centri della protezione civile d’Italia in seguito al decreto con la notifica di sequestro arrivato da Roma. Stando all’ipotesi preliminare della Procura, l’ex commissario avrebbe veicolato quella parte di finanziamenti destinati alla crisi sanitaria in favore di alcuni imprenditori, mediatori di una partita da 801 milioni di mascherine provenienti dalla Cina, che i magistrati hanno chiesto di sequestrare in tutta Italia. L’abuso d’ufficio, nel ragionamento investigativo, è nell’aver forzato le procedure amministrative di affidamento della commessa, consentendo così agli imprenditori di ottenere provvigioni per 12 milioni di euro attraverso le rispettive società. L’inchiesta, condotta dalla Guardia di finanza, rientra più in generale negli accertamenti sulla presunta «rete» di interessi fraudolenti che sarebbero spuntati sull’onda dell’emergenza sanitaria. I sequestri, che verranno effettuati anche nelle Marche, riguardano tutte e tre le tipologie di mascherina, compresa la ffp3 che, soprattutto nelle prime fasi della pandemia, era ad uso quasi esclusivo dei sanitari.


m. m.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico