ANCONA - Il braccio di ferro tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti rischia di soffocare le esportazioni agroalimentari marchigiane che, negli ultimi anni, sono cresciute...
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Secondo indiscrezioni, a fronte di una lista Usa di prodotti da sottoporre a dazio per un valore totale di 21 miliardi di dollari, la sentenza del WTO potrebbe “autorizzare” dazi per un importo compreso tra 5 e 10 miliardi di dollari nei confronti dei prodotti europei. Sulla base della black list già pubblicata sul registro Federale Usa ad essere maggiormente colpiti potrebbero essere nell’ordine la Francia, l’Italia e la Germania e a pagare il conto più salato per il Belpaese sarebbe il Made in Italy agroalimentare con formaggi, vini, salumi, pasta, olio extravergine di oliva.
“Un rischio economico enorme per il settore agroalimentare marchigiano non solo per via del prevedibile calo di esportazione in un Paese storicamente amante del cibo italiano ma anche per il futuro proliferare di falso Made in Italy – avverte Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche - Le industrie di trasformazione statunitensi, complici di questa decisione, godranno dei dazi per imporre i propri prodotti sul mercato a discapito dell'Italia e dei cittadini che non saranno in grado di distinguere la reale provenienza di ciò che andranno ad acquistare”. Proprio il vino rappresenta circa un terzo del valore delle esportazioni marchigiane oltreoceano. Gli ultimi dati vedono l’export agroalimentare Made in Marche superare i 14 milioni di euro a metà 2019, + 26% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al top, si diceva, il vino (+10%) ma vanno alla grande anche marmellate e creme di ortaggi con quasi 2,5 milioni nel secondo trimestre 2019, valore più che raddoppiato rispetto al 2018. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico