Frena il made in Marche, la manifattura giù del 5%. Quasi tutti i settori in calo nel terzo trimestre sia per produzione che per vendite

Il presidente di Confindustria Cardinali: «Condizioni di mercato sempre difficili»

Frena il made in Marche, la manifattura giù del 5%
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ANCONA Se i nostri distretti si sono dimostrati capaci di conquistare quote di mercato all’estero fino a tutto il primo semestre dell’anno (+7,2%) ora l’industria manifatturiera regionale comincia a frenare, chiudendo il terzo trimestre con attività produttiva e commerciale in calo rispetto ai livelli rilevati nello stesso periodo del 2022.  


Peggio della media


Secondo i risultati dell’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi “Giuseppe Guzzini” di Confindustria Marche, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, la produzione industriale ha registrato una flessione del 5,2% su base tendenziale, più evidente di quello osservato a livello nazionale (-3,9%). Quanto all’attività commerciale, l’andamento delle vendite in termini reali ha registrato un -5,8% sullo stesso periodo del 2022. Le vendite sul mercato interno hanno registrato un calo del 9,2%, con risultati negativi per tutti i settori, tranne i Minerali non metalliferi (stabili) e anche le vendite all’estero registrato un calo del 2,4%. Positiva la dinamica per la Meccanica e il Tessile-abbigliamento. Stazionaria per i Minerali non metalliferi. In calo le vendite per tutti gli altri settori.

La media


Nella media del trimestre luglio-settembre 2023, i livelli occupazionali sono rimasti stabili (-0,1%), con andamenti positivi nella Meccanica, nell’Alimentare e nel Tessile Abbigliamento e negativi o nulli negli altri settori. Nello stesso periodo, le ore di cassa integrazione hanno subìto una flessione del 6,6% rispetto al terzo trimestre 2022, passando da 4 a 3,8 milioni.
«I diversi settori hanno fronteggiato un quadro congiunturale in ulteriore deterioramento - è il commento del presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali - Nonostante la diminuzione del costo dell’energia e degli input di produzione, le condizioni di mercato per le imprese sono ancora molto difficili». Pesa anche, secondo l’analisi di Cardinali, «la debolezza della domanda soprattutto interna che ha impedito alle imprese di recuperare i margini, erosi anche dall’aumento del costo del credito che condiziona pesantemente gli investimenti e genera difficoltà anche per la gestione ordinaria». 


Un quadro che preoccupa Confindustria Marche, «anche per gli scenari previsti per i prossimi mesi, che dipenderanno ancora da variabili esogene destinate a comprimere le potenzialità di tenuta e ripresa del sistema produttivo. Sarà importante un’azione sempre più sinergica tra pubblico e privato». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico