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ANCONA Poche risorse per aiutare le donne vittime di violenza. E bastano i freddi numeri a dimostrare questa grave carenza. A fare statistica sono i dati riferiti al Reddito di libertà, il sussidio economico mensile riconosciuto alle donne che hanno subito violenza. Nel 2021 nelle Marche, su 60 domande inoltrate, ne erano state accolte e pagate 57. Nel 2022, lo scenario peggiora drasticamente: su 64 domande arrivate, ne sono state pagate appena tre. E delle 20 inoltrate all’Inps fino al 27 aprile 2023, nessuna era ancora stata coperta finanziariamente all’ottobre successivo.
La carenza
Un trend negativo che segue quello nazionale e che è dovuto ad un taglio costante delle risorse.
La proposta
«Non tutte le donne che necessitano di questa tipologia di sostegno economico riescono ad accedervi pur avendone i requisiti - spiega il dossier di accompagnamento alla pdl -. Quindi con questa proposta di legge si intendono integrare con fondi regionali gli stanziamenti statali, perché nessuna donna vittima di violenza deve essere lasciata sola». Fondo regionale che si tradurrebbe in 300mila euro nel 2024 e 300mila euro nel 2025. Ai fini di questa legge, la condizione di donna vittima di violenza è certificata dai Centri antiviolenza o dalle case rifugio e di accoglienza in raccordo con il Comune di residenza o con il Comune di nuovo domicilio.
Lo sportello
Nell’attesa di vedere se la pdl verrà discussa e approvata, lper aiutare le donne che subiscono abusi, nelle Marche è stato siglato il primo protocollo regionale di collaborazione tra Inps, ambiti territoriali sociali, centri antiviolenza e case rifugio sul territorio, finalizzato a creare una rete di sostegno per individuare rapidamente l’esistenza di diritti previdenziali a cui possano accedere le donne vittime di violenza. L’obiettivo è quello di aiutare le vittime ad avere una propria indipendenza economica, aspetto troppo spesso trascurato.
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