OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA Le Marche fanalino di coda d’Italia per la capacità di spesa dei fondi Ue per lo sviluppo del territorio. Parliamo in particolare del Por Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) 2014/2020: su una dotazione totale di 585,4 milioni di euro, ne restano ancora da mettere a terra 297,3 entro la fine del 2023, quando si chiuderà questo ciclo di programmazione. Cifre che si traducono in una percentuale di spesa per finanziare i progetti a bando di appena il 49%, la più bassa a livello nazionale anche con un certo margine. Alla penultima posizione c’è infatti la Campania con un comunque più dignitoso 54,44%, che almeno va oltre la metà. L’impietoso dato viene messo nero su bianco dall’Agenzia per la coesione territoriale (vigilata direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri) che ha tracciato un bilancio dei risultati conseguiti al 31 dicembre 2022.
Il confronto
Una performance decisamente poco brillante per le Marche, che se possono solo sognare il 94,87% della Puglia o il 92,47% del Friuli Venezia Giulia, fanno molto peggio anche rispetto a regioni come Sicilia (55,87%) e Calabria (60,16%).
L'affondo di Bora
Bora affonda la lama: «Per farci un’idea di quanto avvilente sia la situazione, basti pensare che i pagamenti della Sicilia, rispetto a una spesa programmata di 4.273 milioni di euro (quindi molto di più rispetto ai 585,4 milioni assegnati alle Marche), a dicembre 2022 hanno raggiunto una percentuale del 55,87%». La capacità di mettere a terra le risorse europee va guardata anche in prospettiva: se si fa così tanta difficoltà a spendere 585 milioni di euro, cosa accadrà quando i fondi da gestire (tra Fesr e Fse) supereranno il miliardi di euro con la nuova programmazione 2021/2027? Senza pensare alle risorse del Piano sviluppo rurale e al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per recuperare terreno, Brandoni ha fatto anche sapere che «la Regione ha fissato come termine ultimo per presentare tutti i progetti e le rendicontazioni delle relative spese il 30 giugno 2023. Termine volutamente anticipato rispetto alla data ultima di ammissibilità della spesa per delineare in tempo utile lo scenario e mettere in atto le necessarie contromisure qualora si evidenzi una minore capacità di assorbimento, con possibilità di eventuali riprogrammazioni entro il 30 settembre 2023». Il tempo corre.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico