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ANCONA - Una linea ferroviaria finita al centro di un braccio di ferro politico con i sindaci di Pesaro e Fano da una parte, la Regione e gli altri sindaci della costa dell’altra. Il pomo della discordia si riassume in poche parole: arretramento di tutta la tratta adriatica, diventata la condizione unica per tollerare nelle Marche la moltiplicazione dei treni merci di passaggio sulla ferrovia. Un’idea però che non contempla il progetto già bell’e pronto del Comune di Pesaro, in grado di ottenere 1,2 miliardi di euro dallo Stato e che sposta verso l’entroterra la strada ferrata. E la polemica è servita.
Ricci lancia la sfida alla Regione: «Per Fano serve mezzo milione, se non riescono lo troverò io»
Ma intanto la Regione ha fatto i conti con i convogli che passeranno lungo la ferrovia adriatica: un centinaio da Taranto, altri 76 da Gioia Tauro, percorrendo la linea da nord a sud. Uno ogni 8 minuti, dicono gli esperti: ma se consideriamo che i treni merci viaggiano per lo più di notte, diciamo che non è semplice scandire le tempistiche.
La situazione attuale
Se il ragionamento è valido, non sarà semplice dormire quando si entrerà a pieno regime.
La proposta alternativa
Lorenzo Catraro, esperto di infrastrutture ferroviarie, pone tre quesiti: «Un arretramento come si concilia con la necessità di far rimanere collegate le città e non portare le stazioni fuori dal mondo? Con questi numeri come si concilia la necessità delle manutenzioni ordinarie e straordinarie e quali saranno le ricadute sulla regolarità e puntualità dei treni in uno scenario di questo genere?». Nel corso del suo incarico come esperto in Regione, all’epoca dell’ex governatore Ceriscioli, Catraro aveva già avanzato una soluzione alternativa al libro dei sogni chiamato arretramento. Ovvero realizzando due nuovi all’interno del territorio, lasciando attivi quelli che corrono parallelamente alla costa.
Cosa accadrebbe
«I due nuovi binari - spiega - dovranno avere velocità superiore ai 200 Km/h e tre fermate (Pesaro , Ancona, San Benedetto), destinati all’alta velocità, ai treni a lunga percorrenza ed ai merci. Quelli esistenti verranno invece utilizzati per il trasporto pubblico locale e parte per le merci». L’ingegnere torna sull’argomento, evidenziando la necessità che la Regione approvi un documento programmatico in Consiglio vista l’importanza dell’opera. Per il momento tutto è fermo alla polemica politica, mentre ieri il sindaco Ricci durante gli Stati generali sulle infrastrutture convocati a Pesaro, ha ricordato che i suoi uffici hanno lavorato ininterrottamente per due mesi sul progetto che trasformerà l’attuale tracciato in una Green Line. visto che il ministero era deciso a finanziare l’opera di arretramento con 1,2 miliardi sapendo però cosa sarebbe accaduto dall’altra parte. Come si muoveranno le Marche ora che è suonata la sveglia?
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