L’export vola (+18%) grazie ai farmaci e al sistema moda: Vendite all’estero gonfiate dal Paxlovid. Boom per Ascoli

L’export vola (+18%) grazie ai farmaci e al sistema moda: Vendite all’estero gonfiate dal Paxlovid. Boom per Ascoli
ANCONA Da un anno all’altro l’export marchigiano accresce di quasi un quinto il proprio fatturato, ma la performance registrata nel primo semestre 2023 è dovuta...

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ANCONA Da un anno all’altro l’export marchigiano accresce di quasi un quinto il proprio fatturato, ma la performance registrata nel primo semestre 2023 è dovuta in gran parte alle vendite del Paxlovid, un farmaco contro il Covid prodotto nello stabilimento Pfizer di Ascoli Piceno ed esportato in tutto il mondo. Non a caso è soprattutto il settore farmaceutico a far crescere il valore dei prodotti marchigiani venduti fuori dai confini nazionali da 10,3 (primo semestre 2022) a 12,2 miliardi di euro. L’incremento del 18,2%, inferiore solo a quelli di Campania (+25,5) e Calabria (+20,6), fa salire il peso dell’export della nostra regione sul totale nazionale dal 3,4% al 3,8%. Una crescita che però ha riguardato solo le vendite verso i Paesi extra Ue (+52,9%), mentre sono scese quelle verso i Paesi Ue (-11,1%). 

 


Senza medicinali

Se depuriamo i risultati del semestre dai dati del settore farmaceutico - come fanno notare le analisi diffuse ieri da Camera di commercio Marche e dai Centri Studi di Confartigianato e Cna Marche - il volume delle nostre esportazioni si ridimensiona, fermandosi a 6,6 miliardi, circa 10 milioni di euro in meno (-0,2%)del primo semestre dell’anno scorso. Ma sarebbe sbagliato dare tutti i meriti al Paxlovid e a chi lo produce per curare le infiammazioni da Sars-Cov-2. Non è solo l’export marchigiano di farmaci a crescere nel primo semestre 2023 (+51,3%) ma anche quello di pelli e calzature (+14,8%), dell’abbigliamento (+19,8%) e dei prodotti tessili (+4,8%), dei mobili (+4,5%), di alcuni settori avanzati della meccanica quali computer apparecchi elettronici e ottici (+16,7%) e macchine e apparecchi Nca (+3,5%). Tutti asset che crescono più della media nazionale. Per i mobili, poi, le Marche addirittura accrescono l’export (+4,5%)in controtendenza con il calo nazionale del 3,7%. Il primo semestre 2023 registra invece un segno negativo per gli apparecchi elettrici, elettrodomestici, (-5,1% contro il +5% nazionale) e i prodotti in gomma e plastica (-9,4% contro il -2% nazionale). 

Strascichi da pandemia

Cambia anche il peso dei destinatari dei nostri prodotti. La Cina, per gli strascichi della pandemia, sale al primo posto tra le destinazioni delle esportazioni marchigiane con 3,6 miliardi di euro e una crescita del 1.875,8%, attribuibile soprattutto ai prodotti farmaceutici anti Covid. In calo invece l’export regionale verso Germania (-45,3), Regno Unito (-66,8) e Stati Uniti (-29,5%). L’andamento provinciale delle esportazioni non è omogeneo. L’effetto Pfizer gonfia la performance di Ascoli Piceno (+44,9%), mentre crescono anche Macerata (+6,8%), Fermo (+12,8%). In flessione le province di Pesaro Urbino (-3,7%) e Ancona (-2,4%). «Ancora un risultato positivo soprattutto grazie al comparto farmaceutico - è il commento del presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali -. Si tratta tuttavia di una sintesi di andamenti differenziati tra i principali settori di specializzazione della regione e di un rallentamento per alcuni di essi. L’incremento in valore delle esportazioni, come registrato nella media nazionale, nasconde anche una riduzione dei volumi esportati. Tutto ciò ci preoccupa e ci stimola a supportare sempre di più e meglio l’intero sistema produttivo affinché mantenga e accresca la propria presenza sui mercati internazionali». 

«In particolare nelle Marche spicca la performance del comparto tessile-abbigliamento-calzature che vale quasi 1,3 miliardi +15% sul 2022», commenta il presidente della Camera di Commercio delle Marche e Vice Presidente di Unioncamere, Gino Sabatini, alla vigilia del Micam dove saranno presenti circa 100 imprese. Sabatini parla «di uno scenario che incoraggia la presenza delle nostre imprese sui mercati internazionali con il supporto della filiera istituzionale». Anche i presidenti di Confartigianato Marche Emanuele Pepa e di Cna Marche Paolo Silenzi sottolineano che «tengono bene i nostri settori del made in Italy e il sistema moda aumenta l’export più di quanto faccia il Paese.

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Corriere Adriatico