Dipendenze tecnologiche, l'allarme dal convegno dell'Opm: «Il problema del digitale inizia durante l'allattamento»

Dipendenze tecnologiche, l'allarme dal convegno dell'Opm: «Il problema del digitale inizia durante l'allattamento»
ANCONA – Il problema del rapporto con il digitale inizia nel periodo dell’allattamento, quando i dispositivi si frappongono tra la mamma e il bambino. È il...

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ANCONA – Il problema del rapporto con il digitale inizia nel periodo dell’allattamento, quando i dispositivi si frappongono tra la mamma e il bambino. È il preoccupante allarme che arriva dal convegno dell’Ordine degli Psicologici delle Marche sulle dipendenze tecnologiche e il cyberbullismo, che si è svolto questa mattina al SeePort di Ancona. Un quadro preoccupante quello del rapporto, spesso non sano, con le nuove tecnologie e il web, che ha ricevuto l’attenzione di una nutrita platea di psicoterapeuti ed esperti della regione.

Le ricadute cliniche

«Ci specializziamo sul sintomo come quello delle dipendenze tecnologiche - racconta il Professor Riccardo M. Scognamiglio, esperto e formatore dell’Associazione Italiana Dipendenze Tecnologiche – dimenticando il grande cambiamento del contesto, che porta con sé ricadute cliniche importanti. I problemi con il digitale iniziano nei primi mesi di vita, quando a volte lo sguardo materno è distratto dagli smartphone».

Cellulare come protesi umana

Il cellulare, divenuto oggi una vera e propria "protesi umana", apre così un varco verso il mondo del web, fondato su sofisticate logiche di marketing che vanno a lavorare sulle reti neurali del cervello. «Il digitale non va demonizzato – continua Scognamiglio - ma il primo passo per un uso consapevole è comprendere che ne siamo dipendenti. Le notifiche hanno lo stesso effetto di uno psicofarmaco del benessere: se non arrivano producono uno stato di ansia paralizzante nei più giovani».

La mattinata di lavori ha poi spostato il focus sul delicato tema del cyberbullismo, fenomeno estremamente diffuso anche nella regione Marche: sorvegliate speciali le scuole. «Il bullismo e il cyberbullismo vanno di pari passo - sostiene Katia Marilungo, Presidente dell’Ordine degli Psicologi delle Marche – perché gli episodi vengono sempre più frequentemente ripresi e postati online. Abbiamo notato nei ragazzi una difficoltà di trattenere l’impulso di condividere: il meccanismo che si instaura è quello di una vera e propria dissociazione tra la vita reale e virtuale, come se l’una non avesse ricadute sull’altra».

Lotta ai reati

Un lavoro, quello di psicologi e psicoterapeuti, in stretta connessione con le delicate operazioni della Polizia Postale, in prima linea nella lotta ai reati che si consumano in rete. Proprio con il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica, l’Ordine degli Psicologici delle Marche sta siglando un protocollo d’intesa. Al convegno è intervenuto l’Ispettore Andrea Emili, ufficiale di Polizia Giudiziaria, che ha scattato una fotografia sul pericoloso fenomeno dell’adescamento dei minori online sul territorio regionale.

 

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Corriere Adriatico