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ANCONA Nella sonnacchiosa aula del Consiglio regionale, ci ha pensato il vicepresidente dell’assemblea legislativa Andrea Biancani, quota Pd, a suonare la sveglia. A Palazzo Leopardi si discuteva di una fondamentale legge per le Celebrazioni dell’Ordine dei Frati Cappuccini, il cui cinquecentenario cade nel 2028. Norma entrata di diritto nel novero che contempla anche il Saltarello, le Infiorate artistiche e altre amenità assurte a leggi regionali in questa XI legislatura. Biancani - candidato in pectore per lo scranno più alto del Comune di Pesaro - è il relatore di minoranza dell’articolato e l’eloquio con cui lo presenta sa già di prequel di un one man show d’annata.
La tesi
Il jab al volto per iniziare: «Prevediamo leggi già morte». Poi il gancio: «Discutere norme come queste squalifica il ruolo del Consiglio regionale». E il montante: «Non ci sono soldi per finanziare niente, ma finanziamo una celebrazione che arriverà nel 2028». Ma il colpo da ko se l’è tenuto per il gran finale, un’intemerata sull’attività dell’assemblea legislativa che, a ben guardare, è tutt’altro che campata in aria. «Concludere il Consiglio alle 14 (come successo ieri, ndr) è indegno. Mi alzo alle 5 per venire qui in treno da Pesaro e alle 14 vado via, con centinaia e centinaia di mozioni da discutere.
Acqua sul fuoco
Il capogruppo dem Maurizio Mangialardi derubrica l’intervento a «una battuta». Ma nel merito della questione, la pensa in parte come il collega di partito: «La maggioranza propone solo leggi-manifesto imbarazzanti e il ruolo legislativo del consigliere così è svilito». Se ne distacca però sul tema dello stipendio: «Ci adoperiamo al meglio per la comunità lavorando h24: 700 interrogazioni, 220 mozioni, 70 pdl: questa è l’opposizione. Certo, se ci pagassero solo per quello che arriva in aula dalla maggioranza, i soldi dovremmo metterceli noi», ironizza (ma neanche troppo). Insomma, il j’accuse di Biancani non cade nel vuoto. Chissà cosa ne penserebbe il collega di partito Fassino, che dallo scranno del Parlamento dichiarò lo scorso agosto che «4700 euro al mese non sono uno stipendio d’oro».
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