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ANCONA – Il 2023 non passerà alla storia come l’anno d’oro dei porti. Praticamente tutte le Authority italiane hanno registrato una flessione nella movimentazione delle merci e dei contenitori, compresa quella del Mar Adriatico centrale che comprende gli scali marchigiani e quelli abruzzesi. Una contrazione che si cristallizza in un dato: -10% rispetto al 2022 nel traffico merci del porto di Ancona, core del medio Adriatico.
Le ragioni della frenata
Il calo è connesso in particolare alla riduzione dei traghetti verso la Grecia, solo in parte compensato dal +3% centrato dai prodotti petroliferi (rinfuse liquide di Falconara). Il traffico dei contenitori è rimasto sostanzialmente stabile (1.150.000 tonnellate), mentre viene registrato un incremento del 5% nei Teu (container standard), passati da 165.350 a 173.150.
La mannaia del caro prezzi
In particolare, sui dati negativi di inizio 2023 ha pesato l’impatto dell’inflazione dovuta all’impennata dei prodotti energetici. In sostanza, sono andati in crisi i fondamentali dell’economia e poiché i traffici portuali sono un riflesso dell’economia reale, l’intero sistema è andato in sofferenza. E il peggio deve ancora arrivare perché il vero “effetto Suez” i porti adriatici lo vedranno nei prossimi mesi. In realtà qualche contraccolpo si è già sentito, ma gli effetti non sono ancora sistemici: alcune compagnie, per esempio, hanno spostato le proprie rotte per non entrare nel Mediterraneo. È in atto un’ennesima riorganizzazione del sistema, che negli ultimi 4 anni è passato da un’emergenza all’altra, a partire dalla pandemia per arrivare alle guerre, passando per la fiammata inflattiva. La fortuna del sistema portuale dorico e dell’Adriatico centrale è quella di essere impegnato su più fronti. Dunque, a fare da contrappeso al calo del traffico merci ci sono i buoni dati sui passeggeri: si è passati dai 947.000 del 2022 ai 948.500 del 2023, con annesso un aumento del 20% del traffico crociere (da 73mila a 87.827 croceristi). «Ci aspettiamo i contraccolpi della crisi di Suez - guarda al medio termine il presidente dell’Authority Vincenzo Garofalo - ma il fatto che quello di Ancona sia un porto impegnato su più fronti ci aiuta ad affrontare momenti come questo».
Le crisi in serie
E per affrontare le varie emergenze che si presentano alla porta, «dobbiamo sempre essere pronti ad affrontare il mercato. Per esempio, si può pensare di spostare sul mare i traffici che ora viaggiano su gomma. Quando ci sono flessioni, si deve essere capaci di reagire - la ricetta di Garofalo - il mercato oggi non ti consente di dormire tranquillo. Se i porti si fermano, si ferma l’economia». Sul pontile non può sventolare bandiera bianca.
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