Fateci sapere se i problemi sono in classe o sul pullman

Fateci sapere se i problemi sono in classe o sul pullman
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ANCONA - Già suona strano che l’interpretazione del contenuto di un’ordinanza firmata dal governatore venga da un tecnico, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, che ieri si è premurato di spiegare urbi et orbi il significato della “forte raccomandazione” su come ripartire la didattica al 50% tra presenza e Dad da lunedì prossimo nelle scuole superiori delle Marche. Ma passi, magari l’ordinanza di Acquaroli aveva recepito proprio i suggerimenti del dottor Filisetti e allora ci sta. Ma quello che davvero sorprende è che si raccomanda fortemente ai presidi - una moral suasion che può condizionare le scelte - di spacchettare le classi (metà dentro e metà fuori) anziché alternare per ogni classe settimane in presenza e settimane a casa. Una soluzione, questa, che consente di ovviare ai problemi tecnico-logistici di una lezione mista (con telecamere puntate sulla Lim, prof che non sanno dove guardare, chi sente bene e chi no...) e soprattutto al problema dell’equità delle verifiche scritte. Prove che con la formula fifty-fifty raccomandata da Filisetti sarebbe possibile fare solo dividendo in due categorie la classe, chi copia da casa e chi invece riga dritto in aula, oppure alternando le verifiche in due momenti diversi, solo per chi è in presenza, con problemi comunque di uniformità della valutazione. A meno che non si voglia far passare il messaggio, da parte dei “raccomandatori”, che una classe a metà sia più sicura di una classe con presenza al 100%. Perché allora, dopo aver preso per tutta l’estate le misure tra i banchi con le rotelle, sarebbe come ammettere che riaprire le scuole a settembre con presenza piena è stato un azzardo. E che il problema del rischio contagi non è solo a bordo dei pullman, come si è concionato per mesi, ma anche in classe. E allora nelle scuole elementari e medie, dove si è sempre continuato al 100%, stanno forse sfidando il virus? 


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Corriere Adriatico