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ANCONA - Niente spostamenti tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, neanche per raggiungere le seconde case. A Natale, Santo Stefano e primo gennaio scatterà anche il divieto di muoversi da un Comune all’altro. Nessuna deroga, se non per le solite tre ragioni: lavoro, salute, necessità. In quest’ultimo ambito, rientra il prestare assistenza alle persone non autosufficienti. C’è però la possibilità che siano alcune Faq (acronimo inglese: Frequently Asked Questions, cioè le domande più frequenti poste) della presidenza del Consiglio a chiarire quali altre situazioni rientrino nello “stato di necessità”, consentendo di uscire dal proprio Comune nei giorni di Natale e Capodanno.
I contorni blindati
Per il resto, saranno festività con i confini blindati, ed i ricongiungimenti familiari si fanno complicati. «È consentito il rientro nel Comune dove si ha la residenza, il domicilio o nella casa in cui si abita con continuità o periodicità.
La deroga chiesta da Cts
Il Comitato tecnico scientifico aveva chiesto al governo di prevedere una deroga al divieto di spostamento per i piccoli Comuni poiché considerato particolarmente penalizzante per chi vive in luoghi di ridotte dimensioni ed isolati, raccomandando di rivedere questo aspetto del decreto. Il tema è sul piatto da giorni e molte famiglie divise per motivi di lavoro aspettavano risposta sperando di potersi ricongiungere. Ma per Natale, Santo Stefano e primo dell’anno pare proprio non esserci deroga che tenga. Di fatto, è rimasto tutto come definito nella bozza del documento, ricevuto dalle Regioni nella notte tra mercoledì e ieri. Il mancato ascolto delle istanze dei territori ha generato un’aspra polemica, con i governatori sul piede di guerra che hanno espresso tutto il loro malcontento nella Conferenza delle Regioni di ieri mattina.
La mattinata al vetriolo
A rappresentare le Marche, il vicepresidente Mirco Carloni, affiancato dal segretario generale Mario Becchetti e dal capo di gabinetto Fabio Pistarelli. «Il Dpcm non tiene conto delle nostre posizioni, nemmeno quelle concordate in conferenza delle Regioni – tuona Carloni in videoconferenza con gli altri territori –. Abbiamo espresso un giudizio negativo e la nostra contrarietà rispetto alle decisioni del governo, che anche a Natale costringe i cittadini a non spostarsi tra Comuni. Queste posizioni creano forti disparità e non tengono affatto conto che in Italia e, in particolare, in regioni come le Marche, esistono centinaia di piccole realtà, con una popolazione spesso anziana che rischia di restare sola e isolata anche durante le festività natalizie». Un problema che sta mettendo in ansia non poche famiglie. «Verrà impedito ai congiunti di trascorrere insieme anche il giorno di Natale e quello di Santo Stefano – prosegue l’arringa delle Marche –: si pensi, ad esempio, a famiglie che vivono a pochi chilometri di distanza, ma in Comuni diversi, a chi non vede da tempo genitori anziani, a chi ha vissuto settimane in isolamento, a chi vive in realtà molto piccole. Sono decisioni che avranno una ricaduta sociale soprattutto sulle fasce più fragili».
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Corriere Adriatico