Volo per tornare dall’India, il viaggio ad alta tensione di 20 sacerdoti marchigiani con la paura della variante. Percorso anti Covid: ecco cosa li aspetta

La Farnesina
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ANCONA Il complicato rientro dall’India. Un gruppo composto da circa 20 sacerdoti deve fare ritorno nelle Marche dopo un periodo in missione nel Paese piegato dalla recrudescenza del Covid.

 

Un drastico peggioramento della situazione dovuto alla diffusione della variante Delta che proprio lì ha avuto i natali e che ora si sta propagando anche in diversi altri Stati, Inghilterra in particolare. In Italia sono già stati rilevati casi di questa temibile mutazione, ma le Marche non compaiono, almeno per ora, nel novero delle regioni che si sono mostrate permeabili. Anche per questo, l’iter per il rientro del gruppo di missionari deve essere impeccabile.

L’iter
L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, contattato lunedì dal vescovo della diocesi di riferimento dei sacerdoti, ha subito aperto un canale di comunicazione con il ministero degli Esteri «perché la profilassi deve partire dalla necessità di attenti controlli alle frontiere per evitare quello che è successo a gennaio», spiega il titolare della delega, ricordando come la variante inglese si insinuò nelle maglie del territorio – così come nel resto d’Italia – diventando quella prevalente e causando una dirompente recrudescenza del virus. «Il presule – prosegue Saltamartini – chiedeva il rientro di alcuni sacerdoti dall’India: queste varianti che provengono dal Regno Unito e da altri Paesi devono essere attentamente monitorate. Per questo abbiamo preso contatti con il ministero degli Esteri». 


Le modalità


L’assessore ha anche chiesto informazioni precise alla cabina di regia regionale sulle modalità con cui riportare nelle Marche i circa 20 preti, che prima di tornare alla loro residenza, faranno scalo a Roma. La prassi prevede che venga eseguito loro il tampone sia prima di salire a bordo dell’aereo, in India, che una volta atterrati nella Capitale, ma poi la quarantena dovranno farla all’indirizzo che daranno come luogo in cui sono domiciliati. Tecnicamente, si parla di due settimane in isolamento, ma se hanno fatto il test prima di partire potrebbe durare anche meno. Un nodo fondamentale, quello dei controlli ai confini, per evitare che si creino delle falle vulnerabili alla penetrazione delle varianti del Sars-Cov-2. E per mantenere le Marche “Delta-free”, la procedura di rimpatrio dei missionari non potrà permettersi sbavature. La variante indiana, si diceva, sta già circolando in Italia, benché la sua diffusione sia stata stimata, dall’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità, sotto l’1%. I casi più recenti sono stati segnalati in Lombardia e Sardegna: 81 nel primo caso (due ad aprile, 70 a maggio e 9 al 14 giugno, quindi con un trend in calo nell’ultimo mese) e 12 nel secondo.

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Corriere Adriatico