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ANCONA - La ritirata dell’epidemia da Coronavirus continua, liberando interi reparti Covid e assottigliando le schiere dei positivi, ma non è ancora così rapida nelle Marche da lasciar vedere all’orizzonte la zona bianca, quella con minori restrizioni. L’appuntamento di ieri con il consueto monitoraggio della Cabina di regia ministero-Iss - il primo con i nuovi parametri decisi dal Governo, che sostituisce l’indice Rt basato sui casi sintomatici (ieri per le Marche a 0.81) con quello ospedaliero - conferma per la nostra regione una classificazione complessiva di rischio basso.
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Sia per la diminuzione del carico dell’epidemia sui servizi sanitari (con l’occupazione dei posti per Covid scesa al 19% in Area medica e al 22% terapia intensiva) sia per la decrescita dei nuovi positivi settimanali, diminuiti rispetto al precedente report da 1.489 a 1.128 (-24%).
L’Rt in congedo
Ma nelle Marche stenta ancora ad abbassarsi l’incidenza settimanale dei casi per 100mila abitanti, il nuovo parametro scelto per far da semaforo ai colori delle Regioni. Giovedì scorso, all’ultimo aggiornamento dei dati della settimana 14-20 maggio per il report nazionale, il valore era a quota a 75,1 e collocava le Marche al quinto posto tra quelle con i valori più alti, dopo Valle d’Aosta (106,5), Basilicata (99,7), Campania (95,3) e Toscana (84,5), sopra la media nazionale che è di 66. Le Marche restano dunque in fascia gialla. Per rientrare nei parametri da zona bianca (50 casi ogni 100mila nella settimana del monitoraggio) le Marche devono scendere a 750 casi settimanali, in media 106-107 al giorno. Nell’ultima settimana la media è stata di 150 casi giornalieri, negli ultimi tre giorni di 173. Continuando con questo trend, difficilmente si arriverà al prossimo “tagliando” di venerdì (con i dati del giorno prima) con un’incidenza sotto quota 50. Poi bisognerà comunque confermare per altre due settimane consecutive un’incidenza sotto il valore soglia per essere ammessi in zona bianca, la nuova terra promessa del post-lockdown dove in teoria (ma poi le Regioni possono introdurre misure più restrittive) tutte le attività sono aperte, non c’è il coprifuoco e per essere in regola basta indossare le mascherine e rispettare le distanze senza provocare assembramenti.
Un traguardo che le prime tre regioni italiane (Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Molise) taglieranno già dal primo giugno, seguite dalle altre via via che supereranno tre monitoraggi consecutivi con incidenza sotto quota 50 e una classificazione di rischio bassa per la mancanza di sovraccarichi ospedalieri dovuti al Covid.
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Corriere Adriatico