La zona gialla resiste ma altri Comuni vicini alla soglia di rischio. Acquaroli pronto a prendere provvedimenti

Francesco Acquaroli
ANCONA  - Non flettiamo più. Dopo una rapida discesa sia nel numero dei contagi che nei ricoveri, la curva pandemica delle Marche si stabilizza, entrando in una fase...

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ANCONA  - Non flettiamo più. Dopo una rapida discesa sia nel numero dei contagi che nei ricoveri, la curva pandemica delle Marche si stabilizza, entrando in una fase di stasi. La traduzione numerica di questo andamento sta nell’indice Rt, che è passato dallo 0,69 della scorsa settimana (dato del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità) a 0,81: quando tende all’1, significa proprio che non ci si trova più in una fase di calo, ma di stabilità.

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La settimana in corso chiuderà più o meno con gli stessi casi della precedente e bisognerà vedere come evolverà l’incidenza nei prossimi giorni: o meglio, con le riaperture del 26 aprile, un aumento è praticamente inevitabile che ci sia, ma si spera che, avendo vaccinato molti anziani e soggetti fragili, almeno i ricoveri non tornino a crescere. 

Le province di Pesaro Urbino ed Ascoli Piceno si confermano quelle con l’incidenza maggiore, con la seconda che registra qualche punto in più rispetto alla prima: il Pesarese ha un tasso di 147 casi positivi su 100mila abitanti, mentre l’Ascolano di 155. Ancona è scesa addirittura ad 86 ed anche Fermo si ferma sotto quota 100, mentre il Maceratese si assesta su 108 casi ogni 100mila abitanti.

Anche nel bollettino del Servizio salute della Regione di ieri, viene confermato il quadro: su 2526 tamponi processati nel percorso nuove diagnosi (di cui 642 nello screening con percorso antigenico), i positivi registrati sono stati 308, di cui 74 in provincia di Macerata, 44 in quella di Ancona, 95 in provincia di Pesaro-Urbino, 24 nel Fermano, 59 nell’Ascolano e 12 fuori regione. «L’andamento epidemiologico sembra buono, ma dobbiamo fare attenzione perché già ci sono tantissime classi in quarantena (per oltre mille gli studenti, ndr): questo significa che, in una determinata fascia d’età, la recrudescenza del virus c’è». 

Il monito a non abbassare la guardia arriva dal governatore Francesco Acquaroli, che accende un faro anche sui «cosiddetti cluster, che si manifestano nei Comuni con 250 casi positivi ogni 100mila abitanti. Oltre alle tre città in arancione rafforzato (Cerreto D’Esi, Montelabbate e Vallefoglia), ci sono infatti altri Comuni sotto osservazione perché vicini alla soglia di rischio. «Qualche amministrazione mi chiede di essere meno incisivo su questo aspetto – fa sapere il presidente –, ma la giunta ed io siamo dell’opinione che è meglio introdurre qualche misura restrittiva oggi piuttosto che pregiudicare quanto fatto. Quando la curva è partita, è partita».

A questi elementi, il governatore aggiunge il dato sulle terapie intensive: «c’è stata una rapidissima discesa che però si è bloccata a 68-70 ricoveri. Anche nella seconda ondata ci eravamo stabilizzati su questi numeri, e quando è iniziata la terza, non siamo partiti da zero». A guardare il bollettino quotidiano, infatti, se nel complesso i ricoveri scendono (-17), le rianimazioni aumentano, se pur di misura (+2, arrivando a 70 posti letto), così come le semi intensive (+4, arrivando a 129).



Cala invece di 13 punti il dato dell’area medica, che ora si assesta su 290 ricoverati. In diminuzione anche il numero dei decessi. Nelle ultime 24 ore sono state quattro le vittime registrate: due uomini e due donne, tra 63 e 94 anni, tutti con patologie pregresse. Dall’inizio della pandemia sono morte 2938 persone. I positivi in isolamento domiciliare sono 5.693, mentre i soggetti in quarantena per contatti con contagiati sono 12.591.

 

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Corriere Adriatico