ANCONA - Nessun collegamento con i cosiddetti Paesi a rischio - Spagna, Grecia, Croazia e Malta -, ma al Sanzio transitano passeggeri di ritorno da Sardegna e Sicilia, regioni...
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Ma ci sono anche le tratte da e per Palermo martedì, giovedì e sabato, e Cagliari il martedì ed il sabato. Il poker di collegamenti con le isole maggiori è garantito dalla compagnia Volotea con Airbus da 156 posti, gettonatissimi tra luglio ed agosto. Anche in questi giorni hanno volato a piena portata e non sono state registrate disdette nelle prenotazioni. Ciò si traduce in un numero consistente di persone che torna dalle ferie sarde e sicule passando per il Sanzio.
Ma come funzionano i controlli nello scalo aeroportuale marchigiano? Sia al terminal Partenze che in quello degli Arrivi viene rilevata la temperatura dei passeggeri con il termoscanner: nel caso superi i 37,5°, chi si stava imbarcando non viene fatto partire; chi era di rientro, invece, viene preso in carico dal presidio sanitario aeroportuale. Per i casi a rischio, scatta il protocollo per il tampone, come è avvenuto al porto di Ancona ad inizio agosto, quando ad una turista in procinto di imbarcarsi è stata rilevata la febbre: condotta a Torrette dal 118, è stata sottoposta al tampone, risultato poi negativo. Non ci sono – al Sanzio come in altri scali nazionali –, protocolli specifici per i rientri da regioni italiane. Inoltre, le altre mete servite dall’aeroporto marchigiano sono Gran Bretagna, Germania, Belgio (Londra, Dusseldorf e Charleroi con Ryanair) e Albania (Tirana), nessuna delle quali considerata a rischio al momento, dunque non è prevista una “Covid testing area” presso lo scalo dove effettuare il tampone a chi rientra.
Le differenze
Situazione diversa rispetto agli aeroporti che accolgono passeggeri di ritorno da Grecia, Spagna, Croazia e Malta per i quali, a partire dal 13 agosto, l’ordinanza del ministero della Salute stabilisce «l’obbligo di sottoporsi ad un test molecolare o antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ove possibile, ovvero entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso l’azienda sanitaria locale di riferimento; in attesa di sottoporsi al test le persone sono sottoposte all’isolamento fiduciario». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico