Paola Tittarelli: «Altruista ma scappo prima degli altri. Per i nipoti non esiterei»

Paola Tittarelli: «Altruista ma scappo prima degli altri. Per i nipoti non esiterei»
Anche in una località dorata come Cortina, restare agli “arresti domiciliari” non è piacevole. Paola Pierangeli Tittarelli, che è solita...

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Anche in una località dorata come Cortina, restare agli “arresti domiciliari” non è piacevole. Paola Pierangeli Tittarelli, che è solita trascorrere l’inverno ad Ancona, quando è scoppiato l’allarme si trovava in montagna.

Tutta sola lassù, signora Paola, come se la passa? 
«Non mi diverto, ma neanche mi annoio. Leggo, passeggio nei dintorni... Avrei voluto raggiungere le mie nipoti a Roma, ma mia figlia Federica me l’ha proibito».
Paura del contagio? 
«Come tutti». 
Come vive le notizie allarmanti che le provengono dal sud, soprattutto dalla sua Pesaro? 
«In tanti mi telefonano, si dimostrano molto apprensivi per la mia salute. Cercano di minimizzare la situazione in città, ma mi pare che non sia rassicurante. E mi trovo nella condizione di dovere io infondere serenità agli amici più giovani di me». 
Le hanno detto che la sanità in crisi potrebbe obbligare, in mancanza di respiratori, a dare la precedenza ai più giovani?
«Non lo so da loro, lo leggo sui giornali. E dicono che la mortalità colpisce più uomini, mi pare l’80%, che donne. Vuol dire forse che le femmine hanno più resistenza. Io l’ho sempre detto». 
Sfugge alla domanda? 
«L’istinto di conservazione, anche in noi anziani, è molto forte. Dicevo sempre a mio marito Rolando che avrei voluto morire prima di lui. Ma al cinema, quando diedero un allarme-bomba, falso, lo scavalcai e uscii per prima. Mi apostrofò: non eri tu quella pronta a sacrificarti per me?».
Ma, scusi la provocazione, se si ammalasse e le comunicassero che deve farsi da parte, come reagirebbe? 
«Una domanda imbarazzante. A livello teorico… Ma no, è la soluzione più giusta. Se poi mi chiedessero di sacrificarmi per mia figlia, o per le mie nipoti, giovani donne, non avrei un dubbio al mondo. Noi abbiamo già vissuto tante cose belle. Adesso tocca a loro». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico