Ceriscioli: «Sperimentiamo il nostro protocollo. Se funziona tagliamo i tempi e i capelli». Obiettivo ripartire prima: forse metà maggio

Parrucchieri e centri estetici riaperti dal primo giugno? Nelle Marche la data X potrebbe scattare prima. Per ora è un’ipotesi, ma non sarebbe la prima volta, dallo...

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Parrucchieri e centri estetici riaperti dal primo giugno? Nelle Marche la data X potrebbe scattare prima. Per ora è un’ipotesi, ma non sarebbe la prima volta, dallo scoppio della pandemia da coronavirus, che la Regione devia dal solco nazionale con decisioni ritagliate sul territorio. Fu così, all’alba dell’emergenza, nella diatriba “scuole chiuse/scuole aperte”. È così, con l’asporto consentito da ieri mentre il premier Conte ha dato disco verde dal 4 maggio. Potrebbe essere così, in un futuro molto prossimo, anche per le attività legate alla cura della persona. «Non ne faccio una questione di fughe in avanti – commenta il governatore Luca Ceriscioli - ma sempre e solo di sicurezza. Perché aspettare tempi così lunghi, se è possibile accorciarli?».


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Vuole il caso
L’idea di anticipare l’apertura di centri estetici e parrucchieri è nata ieri, in maniera casuale, da un incontro fortuito tra Ceriscioli ed il segretario di Confartigianato Marche, Giorgio Cippitelli, nei corridoi di palazzo Raffaello. «Non era un incontro organizzato – precisa Cippitelli – ero in Regione per altri motivi e mi sono fermato a parlare col presidente, pur restando a debita distanza, sia chiaro. Nel parlare di vari argomenti, abbiamo iniziato a sviluppare questo ragionamento sul settore, e la Regione si è mostrata sensibile a riguardo». 

 

Ma in che modo un campo come quello della cura della persona, dove il contatto fisico è d’obbligo, può diventare a prova di Covid in tempi rapidi? «Già dai prossimi giorni – illustra il piano il segretario Cippitelli – inizieremo a ragionare con rappresentanti del settore, il dirigente regionale alla Sanità e quello amministrativo per vedere come rendere concreta l’ipotesi. In primis, stiliamo una sorta di manuale teorico, le istruzioni per l’uso sui comportamenti da tenere. Poi, le sperimentiamo sul campo in una decina tra centri estetici e parrucchieri, per vedere se funziona. Il nostro auspicio è riuscire a far ripartire il settore per metà maggio. Anche prima, se la sperimentazione procede bene». 

La sanificazione
Tra le ipotesi da verificare poi nella pratica, quella di sanificare postazioni e locale – oltre ovviamente all’attrezzatura, cosa che avveniva già prima – dopo ogni cliente, facendone entrare uno alla volta o, nel caso di saloni abbastanza grande, un numero tale da consentire comunque il distanziamento. L’attività andrebbe svolta solo su appuntamento e le persone eventualmente in attesa dovrebbero comunque restare fuori ed a distanza. Tutti, sia fornitori del servizio che clienti, indossando mascherine e guanti. «Meglio aprire per un cliente alla volta che restare chiusi – commenta il segretario della Cgia – perché i costi fissi li stanno comunque pagando e, almeno, non perdono quote di mercato a vantaggio di concorrenti sleali. Con il lockdown, gli abusivi sono aumentati in maniera esponenziale, facendo crescere anche i rischi di contagio: meglio allora far partire i regolari in sicurezza». Oggi ci sarà un incontro tra Ceriscioli, l’assessora alle Attività produttive Manuela Bora, Confartigianato e Cna per parlare di credito «e magari approfondiremo anche il discorso di parrucchieri e centri estetici», auspica Cippitelli.

Tremila saloni

Dai dati del Centro studi Cna Marche, nella regione ci sono quasi 3mila saloni di barbieri e parrucchieri, 1287 istituti di bellezza, e 17 servizi di manicure e pedicure, che impiegano quasi 9mila addetti. Un settore che rischia il collasso se la riapertura arrivasse a giugno. «Esiste già un protocollo nazionale, firmato da tutti il 24 aprile, che regola i comportamenti da tenere nei luoghi di lavoro – ricorda Otello Gregorini, segretario Cna Marche – potremmo sperimentarlo sul campo. Questa categoria che vive del proprio lavoro non è in grado di aspettare un altro mese e può ripartire in totale sicurezza. C’è stata una penalizzazione eccessiva: perché un piccolo negozio può riaprire e queste attività no? Ben venga qualunque iniziativa ci permetta di ripartire prima, salvaguardando ovviamente la sicurezza».

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Corriere Adriatico