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ANCONA - La sottile linea giallo-arancione. Oggi si saprà ufficialmente in quale fascia di rischio (con relative misure restrittive) le Marche saranno collocate da lunedì, ma intanto i dati raccontano di una regione che cammina sul filo del rasoio. L’andamento dell’indice Rt, le ospedalizzazioni ed i casi positivi sintomatici al Covid – i tre totem su cui si decide il destino dei territori – riferiti alla settimana tra il 28 dicembre ed il 3 gennaio, sono in bilico tra i due colori, ma il trend è in peggioramento, soprattutto per quanto concerne i ricoveri.
Alle 21:30 di ieri, agli uffici regionali non era arrivata nessuna comunicazione da Roma. Sia il governatore Francesco Acquaroli che l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini sono rimasti fino a tarda sera a Palazzo Raffaello, facendo il punto sulla situazione con i vertici sanitari, in attesa di conoscere il destino della regione.
Gli ospedali
Ma il responso arriverà solo oggi con il report di ministero della salute e Istituto superiore di Sanità..
I dati Agenas
Secondo i dati elaborati dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas) ed aggiornati al 6 gennaio – quindi comprensivi anche dei giorni dal 4 al 6 gennaio che non dovrebbero essere conteggiati nelle valutazioni di oggi –, le Marche sforerebbero le percentuali limite sia nelle terapie intensive che nei reparti dell’area medica. Nello specifico, nel primo caso sarebbero al 31% (e si troverebbero in compagnia di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, province autonome di Trento e Bolzano, Puglia, Umbria e Veneto), mentre nel secondo al 44% (sforando il tetto come Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, province autonome di Trento e Bolzano, e Veneto). Tradotto: se anche da lunedì riuscissimo a centrare la zona gialla, lo scenario potrebbe mutare la settimana successiva. Poi c’è l’indice Rt, indicatore che a novembre costò alle Marche lo scivolamento nella zona arancione. I tecnici regionali, analizzando i dati dei sette giorni trascorsi tra il 28 dicembre il 3 gennaio, lo hanno collocato in una forbice tra lo 0,99 el’1,1, e con i nuovi parametri che vedono scattare la zona arancione sulla soglia dell’1, la sorte parrebbe quasi segnata. Ma comunicazioni ufficiose dal ministero della Salute ci darebbero allo 0,93, cosa che farebbe pendere l’ago della bilancia verso la zona gialla. Insomma, tirando le somme dei vari fattori, la fotografia che ne esce non ha un colore ben definito, ma le sfumature sarebbero più arancioni che gialle, in particolare a causa del forte stress a cui sono sottoposte le strutture ospedaliere regionali.
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Corriere Adriatico