ANCONA - Pareva ormai un traguardo ineluttabile, quello dei lutti a quattro cifre, invece la soglia dei mille decessi da Coronavirus s’allontana. Cambia poco, purtroppo, per...
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Questo almeno nella contabilità ufficiale, perché anche nelle Marche potrebbero esserci state, e non poche, delle morti bianche da Coronavirus. In uno studio sulla mortalità in Italia, l’Istat ha registrato nelle Marche, tra il 20 febbraio e il 31 marzo, 729 decessi complessivi in più rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. Soltanto 328 ne sono stati attribuiti all’epidemia da Coronavirus. Tra gli altri 400 potrebbero celarsi altre vittime fantasma dell’epidemia, visto che la contabilità ufficiale registra solo i decessi “validati” da tampone positivo e avvenuti in ospedale. Il virus ha falciato vittime (età media 80,5 anni) soprattutto a marzo: il 25 la giornata da ecatombe, con 57 decessi registrati, anche se 25 erano dei giorni precedenti. Il 31 addirittura 35 decessi in sole 24 ore, un bagno di lacrime. Poi la curva dei decessi s’era appiattita, con una tendenza al ribasso fino al primo 0 registrato il 17 maggio, a cui sono seguite altre 3 giornate senza lutti accertati. Quasi il 95% delle vittime soffrivano di patologie pregresse. La maggior parte dei morti li piange la provincia di Pesaro Urbino (522), seguita da Ancona (215), Macerata (164), Fermo (65) e Ascoli (13), mentre 8 vittime abitavano fuori regione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico