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«Ho ritenuto opportuno fare una nuova ordinanza con altre motivazioni, rafforzate dal fatto che i casi positivi al Coronavirus sono aumentati. Siamo arrivati a sei», spiega il presidente della Regione in un video di 38 secondi girato subito dopo un vertice in Prefettura a Pesaro (la provincia dove attualmente sono concentrati tutti i pazienti che hanno contratto il virus). Un video che è rimbalzato di chat in chat tra i gruppi dei genitori degli studenti marchigiani, diventato virale sui social. E ovviamente oggetto di centinaia di commenti, non tutti favorevoli riguardo la scelta del governatore.
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Ma Ceriscioli ha spiegato la decisione in maniera chiara e concisa. «Dopo la sospensiva del Tar, motivata dal fatto che al momento della firma dell’ordinanza non erano stati segnalati casi nelle Marche, a oggi i casi sono diventati sei, per cui ho ritenuto opportuno emettere un’altra ordinanza con le stesse indicazioni e misure della precedente, venendo incontro anche a una scadenza che in generale applicano le altre regioni». Lombardia, Veneto e Friuli decideranno in queste ore se riaprire o meno le scuole da lunedì rimandando in classe gli oltre 5 milioni di studenti costretti a casa a causa dell’emergenza Coronavirus. Il presidente Ceriscioli però, sul finire della registrazione, ha sottolineato che la situazione non verrà cristallizzata da questa ordinanza. «Vedremo il da farsi con l’evoluzione della situazione», ha detto congedandosi. Tradotto significa che se nei prossimi giorni i contagiati nelle Marche dovessero aumentare, la Regione valuterà se prendere o meno altre misure stringenti per tutelare la popolazione. Del resto la situazione è in continua evoluzione e il Gores sta monitorando il territorio 24 ore su 24. Intanto il responsabile Lega delle Marche e senatore Paolo Arrigoni, insieme ai parlamentari marchigiani della Lega Giorgia Latini, Luca Paolini, Tullio Patassini e Giuliano Pazzaglini, ha inviato una nota per commentare la decisione del Tar: «L’accanimento del Pd e del premier nei confronti delle Marche sa di lotte intestine tra chi sosterrà il presidente uscente e chi lo vuole fare fuori: in mezzo, le Marche e le sue comunità, oramai in preda alla confusione e all’incertezza». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico