ANCONA - Oltre 3 miliardi il valore delle merci che, in partenza dalle Marche, raggiungono i Paesi interessati dalla direttrice del Brennero. Prodotti che rischiano di viaggiare a...
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Confartigianato evidenzia rischi crescenti per le attività economiche connessi con il ripristino dei confini e dei controlli doganali che determinerebbe un impatto – con risvolti sociali ed economici – di ampia portata. Il rallentamento del trasporto di merci nelle aree di confine e l’incremento dei costi per il sistema manifatturiero e dei trasporti causerebbe una perdita di competitività alle imprese in una fase di ripresa ancora fragile ed accentuerebbe gli effetti negativi del rallentamento in corso del commercio internazionale.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi della Confartigianato nel 2015 le esportazioni manifatturiere delle Marche nei Paesi interessati dalla direttrice del Brennero ammontano a 3,6 miliardi, il 30% di tutte le nostre esportazioni manifatturiere e il 9,2% del Pil. Nel dettaglio dei paesi, circa la metà (46,7%) è destinata al Belgio. Tale livello risulta essere influenzato dalle esportazioni di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici: l’export delle Marche di tale comparto in Belgio ammonta a 1,4 miliardi, il 65,3% delle esportazioni marchigiane del settore. Al netto delle esportazioni farmaceutiche, l’export in Belgio scende a 246,8 milioni di euro (da 1,7 miliardi) e, complessivamente, l’export nei sette paesi considerati al netto del farmaceutico a 1,9 miliardi. In questo caso, oltre la metà (53,2%) è destinato in Germania e in rapporto al Pil la quota si attesta al 4,7%.
Si limita il transito proprio dall’Italia, e questo avrà conseguenze importanti non solo sociali ma anche economiche – commenta la Confartigianato - Un forte impatto per il trasporto merci su gomma e di riflesso sul loro costo e quindi sui flussi dell’export, che penalizzeranno le imprese che in Europa mandano quotidianamente i loro prodotti. I controlli infatti riguarderanno il traffico dei veicoli, dei treni e delle persone. Mentre gli autotrasportatori sottolineano l’inevitabile aumento dei costi di trasporto delle merci e la difficoltà di effettuare consegne puntuali verso l’Europa, le piccole imprese manifatturiere vivono gli stessi timori ma da una prospettiva diversa. Sono queste che , ribadisce Confartigianato, dovranno sopportare i ritardi di consegna e i maggiori costi per far arrivare i propri prodotti in Europa con il rischio di perdere quote di mercato.
Secondo la rilevazione del traffico merci attraverso le Alpi il Brennero è il valico alpino che registra il maggior traffico di merci su strada con 29,0 milioni di tonnellate, a cui si aggiungono 11,7 milioni di t. che transitano su treno; tra i valichi italiani seguono Ventimiglia con 17,3 mln t., Tarvisio con 15,2 mln t., Fréjus con 10 mln t. e San Gottardo con 9,3 mln t. Nel 2015 l’Autostrada del Brennero ha registrato un volume di traffico pesante di 1.274,9 milioni di veicoli-km, pari al 7,1% del traffico autostradale italiano di veicoli pesanti, ed è risultato in salita del 3,2% nell’ultimo anno; considerando che la tratta monitorata è la A22 Brennero-Verona-Modena che conta 314 km, il volume nell’anno equivale – tenuto conto del calendario della limitazione della circolazione dei mezzi pesanti – a 523 veicoli pesanti all’ora che percorrono l’intero tratto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico