Protesta degli obbligazionisti "Rivogliamo i nostri soldi"

Un momento della protesta
FIRENZE - La protesta degli ex obbligazionisti delle quattro banche nella bufera: "Rivogliamo i soldi". "E pensare che ho...

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FIRENZE - La protesta degli ex obbligazionisti delle quattro banche nella bufera: "Rivogliamo i soldi".


"E pensare che ho votato Renzi alle primarie. Ho fatto un tifo da stadio quando è diventato premier". Maria Grazia, è un'insegnante in pensione, 66 anni, è arrivata a Firenze da Empoli per protestare davanti alla stazione Leopolda dopo aver perso tutti i suoi risparmi affidati a Banca Etruria, 70 mila euro. Come lei, tanti altri, molti ormai con i capelli bianchi, urlano con rabbia "rivogliamo i nostri soldi".


Si sono radunati nel piazzale davanti all'Hotel Villa Medici a poche centinaia di metri dalla Leopolda, dove si tiene la giornata conclusiva della kermesse renziana. Lì non possono arrivare per motivi di sicurezza. "Questa è una dittatura", azzarda una signora di fronte al blocco della polizia ma subito si scioglie: "Questi ragazzi potrebbero essere miei figli". Non passa molto tempo e il gruppo dei manifestanti, per la verità non molto nutrito, fa qualche passo fino ad arrivare a vedere i cancelli della vecchia stazione, contemporaneamente arriva loro la notizia attesa, che una delegazione sarà ricevuta. Si scelgono in fretta quattro persone, tre correntisti di Banca Etruria, oltre alla portavoce del gruppo "vittime del Salva-banche", Letizia Giorgianni, che ha lanciato il presidio. A loro si aggiunge all'ultimo tuffo anche un rappresentante degli obbligazionisti di CariFerrara. Lungo il percorso verso la stazione ottocentesca il gruppetto ancora non ha la certezza di chi incontrerà la delegazione, il ministro per l'Economia Pier Carlo Padoan e non il premier Matteo Renzi. "In tutto siamo stati con il ministro una quindicina di minuti", racconterà al termine uno dei partecipanti, Andrea Vivi, senese, ex bancario Mps, in rappresentanza della moglie titolare di obbligazioni tossiche di Banca Etruria. Nessuna concessione in più sul fondo di solidarietà di 100 milioni, ma resta comunque aperta l'ipotesi, spiega Vivi, che la cifra possa salire, contando su denari in più nella vendita della bad bank e su quanto volontariamente gli istituti potranno mettere nel fondo interbancario, fino a una cifra di 400 milioni. Un'ipotesi che potrebbe consentire di ristorare gli obbligazionisti privati e non come ora di farlo al 25%, affermano i risparmiatori. Ma il percorso appare tutt'altro che scontato.
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Corriere Adriatico