La Procura: "Vecchia Banca Marche insolvente prima della risoluzione"

Una filiale di Banca Marche
ANCONA - Secondo la Procura di Ancona lo stato di insolvenza di Banca Marche "sussisteva al 21 novembre 2015, data di avvio della risoluzione ed era la conseguenza del grave...

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ANCONA - Secondo la Procura di Ancona lo stato di insolvenza di Banca Marche "sussisteva al 21 novembre 2015, data di avvio della risoluzione ed era la conseguenza del grave dissesto societario che nell'ottobre 2013 aveva motivato la gestione provvisoria, sfociata poi nell'amministrazione provvisoria". Infatti "la perdita di 528 milioni di euro nell'esercizio 2012 si era ulteriormente aggravata nel primo semestre 2013 per l'ulteriore svalutazione di crediti eseguita per 452 milioni. Ne deriva la riduzione al 6,65% del Total capita ratio consolidato, inferiore al minimo regolamentare dell'8%".


La Procura anconetana ha chiesto la dichiarazione dello stato di insolvenza della vecchia Banca Marche, insieme al commissario liquidatore Bruno Inzitari. Il giudice fallimentare dovrebbe rendere nota la sua decisione a giorni.


Secondo la Procura, i due anni di amministrazione straordinaria di Banca Marche, conseguente al dissesto del 2013, l'incapacità di arrivare ad "una soluzione autonoma della crisi" dell'istituto di credito marchigiano, nonostante l'attività di "regolarizzazione operativa e gestionale" dei commissari, sono ulteriori testimonianze« della "gravità e irreversibilità dell'insolvenza" dell'istituto di credito.

I magistrati citano anche "l'ultimo tentativo risalente al 2014, conclusosi negativamente per la difficoltà di Fonspa spa di reperire investitori e il successivo tentativo del Fitd (Fondo Interbancario Tutela Depositi, che prevedeva un aumento di capitale fino a 1,2 miliardi di euro", bocciato dalla Commissione Europea. Tutti tentativi che - a giudizio della procura - "sono di per sè inequivoca e ulteriore prova del dissesto, perchè palesano la necessità di interventi esterni di natura straordinaria quale unica possibilità per garantire la prosecuzione dell'attività bancaria"
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Corriere Adriatico