Banca Marche, Fabi: «Soluzione rapida e italiana. E senza licenziamenti»

Banca Marche, Fabi: «Soluzione rapida e italiana. E senza licenziamenti»
ANCONA - «Auspichiamo una soluzione italiana e a breve termine per Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti e ribadiamo che non accetteremo nessuna operazione...

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ANCONA - «Auspichiamo una soluzione italiana e a breve termine per Banca Marche, Banca Etruria, Cariferrara e Carichieti e ribadiamo che non accetteremo nessuna operazione di macelleria sociale. I lavoratori delle quattro banche hanno già pagato in termini di prepensionamenti e giornate di solidarietà. Non avalleremo mai acquisizioni che partano dal presupposto di un taglio drastico del personale tramite licenziamenti». Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, sindacato di maggioranza dei bancari. Per le quattro banche, in risoluzione dal 22 novembre dello scorso anno, il processo di vendita dovrebbe chiudersi entro la fine del mese, come da accordi con la Ue, e si attendono entro venerdì le nuove offerte vincolanti, dopo che la prima tornata della gara è stata di fatto annullata.


A farsi avanti in prima battuta erano stati fondi esteri di private equitiy che avevano però messo sul piatto risorse giudicate insufficienti (erano Apollo e Lone Star, che sarebbero di nuovo in campo, anche se più “tiepidi”). Tra i nuovi interessati ci sarebbero questa volta anche istituti italiani (da Bper a Ubi alla Popolare di Bari). Uno dei nodi al vaglio dei potenziali acquirenti sarebbe proprio quello dei potenziali esuberi, così come il tema degli incagli in pancia ai 4 istituti che potrebbero trasformarsi in crediti inesigibili. «L'idea di mettere in liquidazione le quattro banche - incalza Sileoni - rappresenta il fallimento della politica governativa nel settore bancario. Auspichiamo, quindi, una soluzione italiana per i quattro istituti e l'attenzione concreta del governo sul problema». «Invitiamo poi il Presidente Roberto Nicastro, che fino a oggi ha ben operato, a imprimere forti segnali di cambiamento in quelle banche, come Banca Marche, dove ai vertici operano ancora personaggi legati alla vecchia gestione. Anche per Veneto banca e Popolare di Vicenza - conclude il segretario Fabi - è impensabile un ulteriore taglio di posti di lavoro attraverso i licenziamenti, che contrasteremo con ogni mezzo a nostra disposizione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico