L'attacco del Pd marchigiano: «Visto? Sanità ai privati. Finalmente Acquaroli ha gettato la maschera»

L'attacco del Pd marchigiano: «Visto? Sanità ai privati. Finalmente Acquaroli ha gettato la maschera»
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ANCONA Le rassicurazioni date a un rappresentante di primo piano della sanità privata, che sul nostro giornale lo pungolava parlando di scarsa collaborazione su come tagliare le liste d’attesa, attira sul governatore Francesco Acquaroli il tiro incrociato dell’opposizione. «Finalmente il centrodestra ha gettato la maschera», ironizzano i consiglieri regionali del Pd Maurizio Mangialardi (capogruppo) e Romano Carancini, mentre la capogruppo dei Cinque Stelle Marta Ruggeri contrattacca con una proposta di legge mirata a limitare il ricorso alle cooperative private nei pronto soccorso. Come? Raddoppiando le tariffe «per i medici disponibili a garantire le attività aggiuntive dell’emergenza urgenza, in orari fuori dal servizio ordinario», cercando così di ridurre «il ricorso al personale esterno delle cooperative, che costa il triplo». 

 


L’intervista

Tutto era iniziato mercoledì mattina, quando sul Corriere Adriatico, a corredo di un servizio sulle prestazioni sanitarie specialistiche saltate dagli utenti per le attese eccessive, esce un’intervista al presidente dell’Aiop (Associazione Ospedalità Privata) Marche Enrico Brizioli, che si lamenta di una scarsa interlocuzione con Palazzo Raffaello su liste di attesa e mobilità passiva. Acquaroli legge le critiche e affida una replica ai suoi canali social, per precisare i contorni della sanità marchigiana post riforma. «Tra le numerose questioni prioritarie che si tratteranno, come la medicina del territorio, le liste d’attesa, le reti cliniche e l’appropriatezza delle prestazioni, ci sarà anche il ruolo del privato - parole di Acquaroli -, che in passato nella nostra regione ha avuto un impatto molto importante». Per i democrat, l’uscita del presidente della giunta regionale vale come una confessione. «Questa volta nessuno potrà dire che si tratta di una illazione dell’opposizione - scrivono Mangialardi e Carancini, componenti della commissione Sanità e Politiche sociali -. Ad annunciare sulla propria pagina Facebook una riforma della sanità marchigiana dove il privato troverà larghissimi spazi è stato lo stesso presidente Acquaroli». Per il Pd il centrodestra «cala la maschera, quella che durante la campagna elettorale delle regionali del 2020 aveva indossato per attaccare ferocemente, e in alcuni casi persino calunniare, l’Amministrazione di centrosinistra, accusata di aver privatizzato il sistema sanitario regionale». 

Il fallimento

Le intenzioni svelate dal governatore, per i democrat, confermerebbero ciò che loro denunciavano già agli albori della giunta Acquaroli, «ovvero che con la destra al governo, la Regione Marche si sarebbe avviata verso un modello sanitario profondamente iniquo, dove solo chi può permetterselo economicamente riuscirà a curarsi e a ricevere le migliori prestazioni, come avviene già da anni in Regioni come la Lombardia e il Veneto». L’uscita del presidente Acquaroli, per i consiglieri Pd «testimonia l’inesorabile fallimento della politica sanitaria della destra».

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Corriere Adriatico