ANCONA - Si continua a morire sulle nostre strade. Meno che in passato, ma non può essere una consolazione. Gli ultimi dati ufficiali dell’Istat, riferiti...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE:
Due donne travolte e uccise all'uscita dalla discoteca alle 5, a chiamare i soccorsi è stato l'automobilista: arrestato, positivo all'alcotest
Macerata è la seconda con più lutti (22 in 959 sinistri con 1356 feriti), Pesaro-Urbino la terza (21 decessi in 1250 incidenti con 1682 feriti). Le province virtuose, si fa per dire, sono Fermo (9 morti e 798 persone all’ospedale in 529 schianti) e Ascoli (7 decessi e 1179 feriti in 860 scontri). In compenso, in 8 anni nelle Marche gli incidenti sono calati del 22,5%, i morti del 20% e i feriti del 26%: significa che le campagne di sensibilizzazione, i controlli delle forze dell’ordine e la minaccia delle sanzioni un certo beneficio l’hanno portato.
Le strade, però, si confermano una roulette russa per gli utenti deboli, in particolare i pedoni: nel 2018 ne sono stati investiti 550 nella regione. Anche da questo punto di vista il capoluogo svetta per pericolosità: ad Ancona e provincia ogni due giorni c’è una persona che finisce sotto le ruote di una macchina. Sono stati 178 gli investimenti, contro 117 di Macerata, 108 di Ascoli, 97 di Pesaro-Urbino e 50 di Fermo. Troppi. Significa che le auto continuano a fare la parte del leone nella giungla delle strade dove si muore soprattutto di giorno e meno di notte: 13 marchigiani hanno perso la vita nel 2018 nelle ore serali, di cui 2 il venerdì (entrambi nell’Anconetano) e 4 il sabato. Vuol dire che le battaglie contro le stragi del weekend sono servite, anche se non hanno debellato del tutto il fenomeno, come dimostra la tragedia dell’Epifania a Senigallia dove Sonia Farris ed Elisa Rondina hanno trovato la morte all’uscita dalla discoteca. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico