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ANCONA - Istituita nel 1997 l’Arpam è diventata operativa due anni dopo e da allora è l’Agenzia di riferimento per la prevenzione, il controllo e vigilanza in materia di igiene e salvaguardia dell’ambiente e di verifica della salubrità degli ambienti di vita. Dall’acqua all’aria, dai siti inquinati ai rifiuti, tutto viene monitorato dal personale e dalla tecnologia che tengono sotto stretta sorveglianza il territorio.
Le spese
Un’attività costante per una macchina regionale che costerà 13 milioni 725mila euro nel 2022: tanto infatti è stato stanziato dalla direttore del Dipartimento infrastrutture della Regione Marche per “assicurare la prosecuzione dell’attività dell’Agenzia e in particolare per garantire l’erogazione degli emolumenti al personale dipendente per lo svolgimento delle attività istituzionali».
La ricerca
Al neo direttore generale si applicherà il rapporto di lavoro con un trattamento economico pari a 115mila euro annui con una quota del 20% che sarà erogata per i risultati raggiunti. «I tredici milioni stanziati dalla Regione - spiega Mariotti - servono a mandare avanti la macchina Arpam con il personale e le spese di gestione. Ma nel frattempo sono stati portati avanti due progetti di circa 2 milioni di euro ciascuno per rinnovare gli impianti laboratoristici, strumenti per essere sempre all’avanguardia nel settore».
Il nodo da sciogliere
Il direttore generale sottolinea la preparazione del personale dell’Agenzia che si occupa di monitoraggio dell’ambiente a 360 gradi ma sottolinea come all’Arpa Marche serva spingere ancora sulla managerialità: «Il nostro ruolo non è soltanto di rilevamento e controllo - spiega - ma è fondamentale collegare tutta l’attività portata avanti ad iniziative pubbliche e private per rendere più incisivo il lavoro che viene effettuato. Una strategia a cui sto lavorando da dicembre e che proseguirò fino al termine del mio incarico, tra poche settimane».
L’attività
Nel 2021 l’Arpam ha raccolto 22.701 campioni con oltre 500mila parametri analizzati: sono state quasi seimila le verifiche impiantistiche, oltre 4mila i monitoraggi effettuati nelle acque, nel mare e per la balneazione. Più di 2mila e 700 tra controlli, ispezioni e sopralluoghi.
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Corriere Adriatico