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ANCONA - Gli esperti conoscitori di Transatlanico dicono che è una cosa (quasi) mai vista. La bocciatura del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Adriatico centrale Matteo Africano avvenuta ieri pomeriggio in Commissione Lavori Pubblici in Senato è materia per entomologi applicati ai regolamenti parlamentari.
Nove voti contro, sei a favore (5 grillini più il FdI Ruspandini), cinque astenuti (tra cui i 4 della Lega) sono i numeri del rovescio in cui incappa il giovane ingegnere di Roma e, soprattutto, i governatori che avevano concordato con il ministro delle Infrastrutture Giovannini, la nomina di Africano, Acquaroli e Marsilio. Se la Lega si è astenuta , anche Forza Italia-Udc (4 membri, tre presenti) ha tirato i remi in barca alla grandissima.
Il rovescio per Fratelli d’Italia
Sullo sfondo c’è anche M5S che ha portato Africano, per il tramite della sindaca di Roma Raggi, in comitato di gestione a Civitavecchia.
Le parole del governatore
Il governatore Acquaroli ieri sera ha postato un messaggio sibillino su Facebook. Ora rischia di rimanere con il cerino in mano. «Esprimo la mia perplessità su tutta la vicenda che sta bloccando da mesi una infrastruttura così importante. La Regione Marche ha anche dato l’intesa sulla proposta del Ministro per agevolare una soluzione di larghe intese, nonostante tale proposta non fosse di diretta emanazione». In realtà, la scelta di larghe intese sarebbe stata quella di Giampieri (dalla Lega al Pd, anche se non proprio compatto) mentre con M5S già su Africano aveva sorpreso la mossa di Fratelli d’Italia di mettere il cappello sul giovane ingegnere di Roma.
La audizioni alla Camera
Proprio il Pd ieri ha provato a soffiare sulla confusione che si è creata. Alessia Morani ha chiesto «un ripensamento su questa designazione. Non è questione di bandierine di partito ma di competenze e curricula all’altezza». Prisco rimanda le frecciatine al mittente: «Ho letto quel che ha detto la Morani... se la prendesse con Letta. Giovannini è considerato vicino a loro, mica a noi. La Lega astenuta? chiedete a loro». E proprio su questo ha messo il sale M5S: «rimangono dubbie le motivazioni di Forza Italia e l’astensione della Lega. Si evidenzia uno scollamento tra la destra in Parlamento e quella in Regione dato che, sebbene i presidenti siano entrambi espressione di Fratelli D’Italia, le giunte regionali hanno al loro interno membri sia della Lega che di Forza Italia». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico