Nei Laboratori Reti d’Impresa 160 piccole imprese coinvolte

Nei Laboratori Reti d’Impresa 160 piccole imprese coinvolte
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ANCONA - Centosessanta piccoli imprenditori coinvolti, in particolare del settore agroalimentare e turistico ma non solo. Otto piccole e medie imprese che hanno già aderito a progetti di Rete, 5 aziende avviate a fare ‘rete’ in un apposito progetto dedicato all’enogastronomia, altre 15 che stanno valutando come meglio usufruire di questa leva strategica. Sono questi i principali numeri della prima fase del “Laboratorio Reti d’Impresa” attivato negli da Confartigianato, Veneto Banca e AssoretiPmi, che ha visto incontri con gli imprenditori ad Ancona, Fabriano, Osimo, Jesi, Fano, Senigallia e Pesaro.




Le imprese che hanno espresso la volontà e la potenzialità di dare vita a collaborazione strutturate saranno ora accompagnate nella creazione di reti d’impresa, che si conta di rendere solide e attive nei prossimi mesi nell’ambito della “fase 2”, come dal progetto originario messo in cantiere da Confartigianato, AssoretiPmi e Veneto Banca, ferma restando la volontà di ampliare e proseguire gli incontri informativi sul territorio regionale.



“La rete è la scommessa per il futuro, ha detto il Presidente della Confartigianato Valdimiro Belvederesi, un modello sul quale occorre lavorare con decisione , valorizzando e promuovendo lo strumento della collaborazione, quale leva per il rilancio e la reazione alla crisi congiunturale dei mercati. Fare rete e cioè condividere progetti, attività, servizi, competenze, è una scelta strategica che consente alle imprese, nel rispetto dell’autonomia aziendale, di consolidare e accrescere le posizioni di mercato, ottimizzare e ridurre i costi legati all’attività, fornire servizi e prodotti completi all’interno di una stessa filiera”.



“Siamo molto soddisfatti sia della risposta delle imprese che una volta ancora testimoniano la tenacia e lungimiranza della piccola imprenditoria marchigiana, che della collaborazione con Confartigianato e AssoretiPmi con i quali ci siamo subito trovati in piena sintonia circa l’importanza dello strumento delle ‘reti’ per un tessuto produttivo come quello marchigiano dove il 94,5% delle aziende ha meno di 10 addetti - ha spiegato Fabrizio Mora, Responsabile Centro Italia di Veneto Banca -. Siamo solo al primo step, confidiamo di raggiungere risultati di grande soddisfazione per tutti i soggetti coinvolti e ovviamente per il tessuto produttivo locale”.



Dare vita ad un “contratto di rete” significa infatti mantenere la struttura snella e flessibile che caratterizza le piccole imprese ma acquisire al contempo le caratteristiche di aziende di maggiori dimensioni con vantaggi in termini di scambio di know-how, riduzione dei costi, maggiori capacità di penetrazione sui mercati anche esteri, raggiungimento di dimensioni adeguate allo sfruttamento di economie di scala e di scopo, riduzione dei rischi, accesso a fonti di finanziamento e agevolazioni fiscali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico