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ANCONA - Postulato numero uno: «La destra è battibile. Non è vero che, se votassimo domani, stravincerebbe le elezioni». Postulato numero due: «Le Amministrative ci dicono che è possibile vincere, ma dipende dalla qualità dell’offerta». Corollario: «Il Pd deve presentare un programma serio, con una coalizione basata su un progetto, non costruita a tavolino». Anche con il M5S, «naturale alleato se conferma l’impostazione convintamente europeista e nel campo progressista». Il perimetro all’interno del quale dovrebbe muoversi il centrosinistra lo definisce il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ad Ancona per presentare il suo libro “Il Paese che vogliamo”, in un incontro con la sindaca Valeria Mancinelli e moderato dal direttore del Corriere Adriatico, Giancarlo Laurenzi.
Le riflessioni
Ad ascoltare in prima fila, tra gli altri, la deputata Pd Morani ed il capogruppo regionale Mangialardi.
Il futuro dem
Molti nel Pd l’avrebbero visto bene nel ruolo di segretario nel dopo-Zingaretti, ma la risposta fu un “no grazie”. Ora invece, con il 2023 all’orizzonte, il futuro è tutto da scrivere (e Bonaccini non chiude a nessuna ipotesi). «Certo che ci servirebbe un Bonaccini nelle Marche – osserva la Mancinelli – ci servirebbe e ci sarebbe servito. Ma la cosa più importante è come si fa a costruire il Paese che vogliamo», puntualizza con una variazione sul titolo del libro. «Quando perdiamo le elezioni, è colpa nostra, non degli elettori: servono credibilità dei candidati e della classe dirigente, e unità vera nella coalizione, non un insieme appiccicaticcio. Così abbiamo possibilità serie persino di vincere», ironizza.
I nodi da sciogliere
Accomunati da un approccio più pragmatico che ideologico alla politica, i due amministratori hanno dato la loro ricetta su temi sensibili come sanità («più territoriale e con adeguato personale»), lavoro e crisi aziendali («servono regole europee per evitare la concorrenza interna all’Ue sul costo del lavoro», mette i paletti il governatore; «sul lavoro il centrosinistra ha un progetto serio o solo titoli per i convegni?», dà la sveglia la sindaca) e giustizia, con Mancinelli che abolirebbe l’abuso d’ufficio, mentre Bonaccini parla di «necessità di una riforma che non metta il cappio al collo».
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