Affondo della Mancinelli: «Per il Pd delle Marche servirebbe un Bonaccini». Il governatore ad Ancona: «Centrodestra battibile, ma con un programma serio»

Il sindaco Valeria Mancinelli con il governatore Stefano Bonaccini prima della presentazione del libro ad Ancona
Il sindaco Valeria Mancinelli con il governatore Stefano Bonaccini prima della presentazione del libro ad Ancona
di Martina Marinangeli
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Domenica 10 Ottobre 2021, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 11:02

ANCONA - Postulato numero uno: «La destra è battibile. Non è vero che, se votassimo domani, stravincerebbe le elezioni». Postulato numero due: «Le Amministrative ci dicono che è possibile vincere, ma dipende dalla qualità dell’offerta». Corollario: «Il Pd deve presentare un programma serio, con una coalizione basata su un progetto, non costruita a tavolino». Anche con il M5S, «naturale alleato se conferma l’impostazione convintamente europeista e nel campo progressista». Il perimetro all’interno del quale dovrebbe muoversi il centrosinistra lo definisce il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ad Ancona per presentare il suo libro “Il Paese che vogliamo”, in un incontro con la sindaca Valeria Mancinelli e moderato dal direttore del Corriere Adriatico, Giancarlo Laurenzi.

Le riflessioni

Ad ascoltare in prima fila, tra gli altri, la deputata Pd Morani ed il capogruppo regionale Mangialardi. Al suo partito, Bonaccini lancia un monito - «le Amministrative non sono le Politiche, non facciamo l’errore di pensare di aver già vinto, altrimenti prendiamo una cantonata» - e dà un consiglio: «Nel gruppo dirigente servono più sindaci e sindache». Dopo la battaglia di Stalingrado delle Regionali 2020 quando, riconfermato alla guida dell’Emilia per altri 5 anni, frenò l’avanzata del centrodestra che pareva inarrestabile, diventò il simbolo del centrosinistra che vince.

Il futuro dem

Molti nel Pd l’avrebbero visto bene nel ruolo di segretario nel dopo-Zingaretti, ma la risposta fu un “no grazie”. Ora invece, con il 2023 all’orizzonte, il futuro è tutto da scrivere (e Bonaccini non chiude a nessuna ipotesi). «Certo che ci servirebbe un Bonaccini nelle Marche – osserva la Mancinelli – ci servirebbe e ci sarebbe servito. Ma la cosa più importante è come si fa a costruire il Paese che vogliamo», puntualizza con una variazione sul titolo del libro. «Quando perdiamo le elezioni, è colpa nostra, non degli elettori: servono credibilità dei candidati e della classe dirigente, e unità vera nella coalizione, non un insieme appiccicaticcio. Così abbiamo possibilità serie persino di vincere», ironizza.

I nodi da sciogliere

Accomunati da un approccio più pragmatico che ideologico alla politica, i due amministratori hanno dato la loro ricetta su temi sensibili come sanità («più territoriale e con adeguato personale»), lavoro e crisi aziendali («servono regole europee per evitare la concorrenza interna all’Ue sul costo del lavoro», mette i paletti il governatore; «sul lavoro il centrosinistra ha un progetto serio o solo titoli per i convegni?», dà la sveglia la sindaca) e giustizia, con Mancinelli che abolirebbe l’abuso d’ufficio, mentre Bonaccini parla di «necessità di una riforma che non metta il cappio al collo».

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