I furbetti del Reddito ora devono pagare, scattano 67 denunce e i carabinieri recuperano 450mila euro da chi non aveva diritto all’assegno

Un carabinieri impegnato in controlli incrociati per stanare i furbetti del Reddito di cittadinanza
ANCONA - C’è chi ha dichiarato una falsa residenza fiscale. Chi lavorava in nero e chi invece si era “dimenticato” di segnalare la proprietà di...

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ANCONA - C’è chi ha dichiarato una falsa residenza fiscale. Chi lavorava in nero e chi invece si era “dimenticato” di segnalare la proprietà di immobili. Omissis fondamentali però per accedere al Reddito di cittadinanza e vedersi accreditare ogni mese il bonifico dallo Stato. Flusso di denaro interrotto ora dai controlli effettuati dai carabinieri che hanno denunciato 67 percettori del Reddito che dovranno ora restituire 450.075 euro di redditi indebitamente percepiti.

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L’operazione si inserisce nei maxi controlli effettuati dal primo gennaio del 2021 a febbraio 2022 e ha permesso di individuare più di 5 milioni finiti nelle tasche di persone che hanno percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. 

L’indagine

La scoperta è stata efefttuata dai carabinieri delle Legioni Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Sardegna, inquadrati nel Comando Interregionale Podgora e dei locali Nuclei carabinieri ispettorato del Lavoro che hanno denunciato 955 persone per percezione del beneficio in violazione della normativa. Complessivamente nelle cinque regioni sono state controllate 9.575 persone controllate. Tra i denunciati ci sono 584 soggetti già noti alle Forze dell’ordine e 472 stranieri. Dai riscontri incrociati è emerso un campionario di illeciti. C’era chi aveva omesso di dichiarare di essere proprietario di beni immobili per i quali percepiva reddito, chi aveva dichiarato il falso circa la composizione del proprio nucleo familiare e relativo reddito, chi aveva dichiarato un falso luogo di residenza, chi aveva omesso di dichiarare misure di prevenzione o cautelari a proprio carico o di familiari, chi lavorava in nero, stranieri che avevano dichiarato falsamente di essere residenti in Italia da 10 anni e pertanto, come previsto dalla norma, non potevano fruire del beneficio. Fondamentale la sinergia tra i carabinieri e l’Inps a cui ora spetterà di avviare la procedura per il recupero della somma complessiva indebitamente percepita. 

Le reazioni

«I carabinieri si sono distinti per il contributo fondamentale all’economia del Paese – interviene Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma - Come sindacato di categoria, Unarma ribadisce che le Forze di Polizia hanno un’importanza strategica nel sventare truffe e illeciti ai danni dello Stato. È evidente però che il fenomeno poggi anche su un senso collettivo di impunità su cui lo Stato dovrebbe intervenire, inasprendo le pene per chi trasgredisce e migliorando i controlli, o i criteri di accettazione, tra i funzionari amministrativi addetti alle pratiche. L’operazione ha messo in luce infatti una serie di illeciti sulle domande di reddito di cittadinanza. È la dimostrazione di un’arretratezza congenita nella macchina burocratica-amministrativa. L’Arma dei Carabinieri preserverà sempre il senso di legalità con controlli e operazioni mirate, ma chiediamo una maggior scrupolosità anche nella verifica delle richieste a monte per i sostegni economici. Ogni risorsa economica dispersa in questo momento richiede un sacrificio in più al Paese e ai nostri uomini che non possiamo permetterci».

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Corriere Adriatico